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Un amico molto speciale

24/11/2014 12:00

Costanza Gaia

Recensione Film,

Un amico molto speciale

Quando la vigilia di Natale il piccolo Antoine si addormenta non sa che trascorrerà la notte più emozionante della sua vita...

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Quando la vigilia di Natale il piccolo Antoine si addormenta non sa che trascorrerà la notte più emozionante della sua vita. Antoine (Victor Cabal) ha sei anni e ha perso suo padre. Quando si sveglia e vede una figura indistinta armeggiare con un sacco sul suo balcone ne è subito certo: Babbo Natale in persona è venuto a portargli i suoi regali e a fargli visita. In realtà il bambino non sa che si trova davanti a un ladruncolo trentenne (Tahar Rahim) che, vestito da Babbo Natale, svaligia gli appartamenti altolocati di Parigi. Antoine è cocciuto e si impunta a seguire l'uomo per strada e in metropolitana, causandogli impiccio e attirando anche l'indesiderata attenzione della polizia. Ben presto, però, il giovane ladro si accorge di una singolarità: il ragazzino non soffre di vertigini, è agile e non ha nessun problema ad arrampicarsi e a calarsi con le funi, pur di compiacerlo. Antoine è così eletto, per quella notte, il piccolo aiutante di Babbo Natale e viene investito del privilegio e dell'onore di seguirlo ovunque nel suo "viaggio".


Gli occhi di un bambino come lente attraverso cui guardare un mondo meno magico di come dovrebbe essere: furti che diventano missioni per trovare l'oro che aziona la slitta volante, una squallida manciata di roulotte luride e pullulanti di malviventi appaiono come il villaggio degli elfi, una spogliarellista scambiata per l'agente di Babbo Natale. La fantasia del piccolo Antoine trasforma e addolcisce la realtà perché troppo dura da sopportare, anche nella più magica delle notti, durante la quale è ancora lecito sognare. Poco importa se quell'uomo non è davvero Babbo Natale, Antoine non si lascia scappare l'opportunità di avere di nuovo un papà - anche solo per qualche ora - e di godersi le avventure sui tetti di una Parigi illuminata di bianco.


Una storia surreale e un Natale scatenato - tra sequenze un po' alla Mamma ho perso l'aereo - che ricorda le commedie degli anni '80 e '90. Il film di Alexandre Coffre riporta al cinema l'innocenza, la voglia di divertirsi e di prendere quanto di buono il caso ha da offrire, nonostante le ferite e le sfortune. La coppia, in stile Babbo Bastardo, pedala per la città addormentata in un'atmosfera sospesa e incantata, nella quale i due imparano a conoscersi. Non si tratta più solo del gioco di un bambino o del colpo grosso di un giovane ladro: il Babbo Natale da strapazzo è messo alle strette davanti al dovere inaspettato di proteggere e avere cura di un piccolo "aiutante" che si fida cicecamente di lui, fino a comprendere i propri errori per trovare il coraggio di cambiare. Il ladro torna un po' bambino e, giocando, diventa un adulto migliore. Un amico molto speciale rimane coerente con lo spirito classico dei film natalizi, nei quali ingenuità e redenzioni magiche sono tollerate nella loro semplicità, proprio perché quella notte tutto è possibile. I codici tipici della finzione legata al "Christmas Carol" permettono, infatti, allo spettatore - anche a chi è ormai cresciuto - di concedersi una parentesi dalla realtà, una pausa durante la quale ricordare che, all'età di Antoine, la notte della vigilia era la più bella dell'anno.


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