Roger Ebert ci ha lasciato il 4 aprile 2013. Forse ai più questo nome non dirà nulla, ma per l'intero mondo della critica cinematografica è stato una vera e propria leggenda. E anche la sua dipartita non è stata da meno: negli ultimi giorni, prima che le sue condizioni si aggravassero irrimediabilmente, il giornalista stava lavorando a un nuovo film insieme al regista Steve James. Quest'ultimo, dopo la scomparsa di Ebert, ha deciso di realizzare un documentario su di lui, chiamando a raccolta vecchi amici e collaboratori e tracciando con una lucida analisi il ritratto della critica cinematografica americana del secolo scorso, della quale Roger fu uno dei più grandi esponenti. Basato sull'omonimo romanzo di memorie scritto da Ebert nel 2011, Steve James ripercorre l'entusiasmante vita del critico tramite filmati di repertorio e interviste a conoscenti e addetti ai lavori, tra i quali troviamo anche due dei massimi registi viventi come Martin Scorsese e Werner Herzog. La storia di un uomo che è stato capace, come mai prima d'ora, di rendere l'analisi cinematografica "popolare", portandola nei salotti degli americani tramite un noto programma televisivo di successo condotto insieme allo storico amico fraterno/rivale Gene Siskel. Ma Life itself è anche il racconto del percorso coraggioso intrapreso per affrontare una malattia debilitante che, nonostante la sofferenza, non tolse mai a Ebert la passione e la voglia di scrivere. Ed è quantomai piacevolmente ironica l'involontaria legge del contrappasso che gli è toccata: dall'aver divorato e giudicato migliaia di pellicole (vediamo spezzoni di grandi classici a intervallare la narrazione, da Bonny e Clyde a Sussurri e grida, da Scarface a The tree of life) a diventare egli stesso protagonista di un film. Se la prima parte assume giustamente un tono più divulgativo, nel quale si ripercorre la sua giovinezza e la bruciante carriera, nella seconda il mood si fa più doloroso e toccante, evitando comunque qualsiasi patetismo e arrivando a una commozione sincera. Il miglior tributo a una personalità così importante nel mondo della Settima Arte.