Adriana (Ariane Ascaride) sta per compiere sessant’anni: nata in Francia, vive in Italia da sempre dividendosi fra il lavoro di infermiera, una figlia e un nipote che vede troppo poco. Quando incontra in ospedale Mohamed (Helmi Dridi), un giovane affascinante tunisino, tra i due è amore a prima vista. I problemi, però, non tardano ad arrivare e questa relazione complicata, tra la differenza d'età , di origini e di due mondi in conflitto, desterà scalpore. Per essere stato aiuto regista di Roberto Benigni, Stefano Consiglio di senso dell'umorismo cinematografico non sembra possederne poi molto. O, magari, la colpa di tanto prendersi sul serio è del tema scelto: un esordio che affronta un argomento troppo di tendenza, che implica aspettative in cui il regista finisce per restare intrappolato. E sì che il film è una produzione italo francese e, specie negli ultimi anni, il cinema d'oltralpe ha mostrato come trattare argomenti quali l’integrazione e l'affetto fra due protagonisti appartenenti a mondi diversi senza scadere nel melodramma e restando su una leggerezza che piace al pubblico. Non che ci si aspetti sempre un nuovo Quasi Amici ma di un (altro) dramma familiare con protagonista una donna di mezza età , contesa fra il dovere e il piacere, il cinema - soprattutto quello italiano - non se ne sentiva il bisogno. Un po' Silvio Soldini, un po' Gabriele Muccino: rispetto ai suoi modelli, il dramma borghese di Consiglio ha in più solo la sentita interpretazione di Ariane Acaride, che tratteggia un ritratto veritiero di una affascinante sessantenne innamorata. Le reazioni della protagonista sono credibili ma anche per una signora del cinema francese, già musa dell'impegno cinematografico di Robert Guédiguian, la vicenda di L'amore non perdona è troppo esile. Ciò che non è ingenuo (fa involontariamente sorridere il romanticismo alla Prevért del giovane tunisino che attende l'amata con le rose) risulta eccessivo, come ricorda l’isterismo del personaggio di Francesca Inaudi. Inaccettabili invece gli inserti "politici": Mohammed è tunisino, quindi - ovviamente - ha contatti con il terrorismo. Una storia fra estrazioni sociali diverse, sia essa teen o matura e controversa, per reggersi deve presentare spunti più originali di quelli di una soap opera. Ecco invece che Consiglio tira in ballo di nuovo la religione, la provenienza geografica, la differenza d'età per una trama da feuilleton romantico. L'amore non perdona è un film la cui assenza di creatività stona persino con alcuni dei passati documentari dello stesso autore: se in L’amore e basta (2009) Consiglio aveva mostrato di saper narrare i sentimenti in modo spigliato, questo esordio al cinema di finzione sembra invece muoversi su un terreno instabile, fra impegno civile, romance e attualità . Una pellicola antica, per forma, idee e intenzioni, che dai temi alle interpretazioni (per quanto buone, soprattutto quelle delle attrici) riconduce a un modo di fare cinema assuefatto dal mood italiano contemporaneo. Superabile.