Il Marigold Hotel riapre le sue porte. Sonny (Dev Patel) e Muriel (Maggie Smith), proprietari dell’albergo in cui si delocalizza la vecchiaia, cercano nuovi investitori per aprire un secondo hotel. Dagli USA all'India, un viaggio per perorare la causa del luogo in cui i sogni di giovinezza diventano realtà. John Madden aveva iniziato tre anni fa, con The Best Exotic Marigold Hotel, a raccontare il contrasto fra vecchiaia e giovinezza in due Mondi: quello occidentale, anziano fino al midollo e stufo di esserlo, e l’India del risveglio dei sensi. Tornano i protagonisti del primo film e le storie di nuove vite che stanno per iniziare o terminare. E per forza dal punto di vista anagrafico. In mezzo a un cast di leggendarie stelle (non solo) britanniche, la star di The Millionaire Dev Patel torna a vestire i panni del giovane Sonny, indeciso se abbandonare i propri sogni o ostinarsi a raggiungerli. L'inizio di una vita da adulto, un'età pesante e carica di responsabilità, da alleggerire circondandosi di amici anziani, di grande esperienza e pensieri volatili. Ecco allora che la Muriel di Maggie Smith, che nel primo film si sollevava incompresa dal suo immobilismo per un colpo di scena prevedibile ma apprezzabile, nel secondo capitolo diventa protagonista del nuovo Hotel. La domanda se fosse davvero necessario un secondo Marigold Hotel si può porre nello stesso tempo sia ai personaggi del film che a John Madden. Di buono, in Ritorno al Marigold Hotel, c'è la vocazione del regista a raccontare con tenerezza la vecchiaia tanto quanto la gioventù. Ci sono le interpretazioni della Smith e di una dolcissima Judi Dench, due attrici brave (e divertenti in coppia) non solo quando c'è da essere severe. Fondamentalmente, tutto il buono del film finisce qui. Neanche l'umorismo british riesce a mitigare il frastuono alla Bollywood, dove la (lunga) scena del matrimonio non lascia dubbi sull'esplorazone stilistica di Madden. Torna - accentuato - l'esotismo pretestuoso, di poco atmosfera e di molta scenografia: il tema dell'India come rivelazione si porta dietro la sua trama di amoretti irrilevanti e ricorda quello che funzionava meno nel primo film, ossia il motivo sentimentale. Nuovo protagonista delle debolezze di Madden è l'(ex) sex symbol Richard Gere, oggi nella quiete della terza età, nei panni di uno scrittore in cerca di pace. Il primo Marigold Hotel, sebbene non particolarmente originale, era cinema delicato e di qualità, con interpreti scelti e un'idea di regia piuttosto chiara. Chi ha detto che ogni storia deve avere un seguito? Ritorno al Marigold Hotel è un perfetto caso di serializzazione non riuscita, un sequel che poteva essere risparmiato. Un gradevole prodotto originale trasformato in un risultato stereotipato e ordinario.