Presentato al Nuovo Cinema Aquila, La centesima scimmia – Schiavi dell’euro è l’ultimo docu-film diretto da Marco Carlucci, impreziosito dalla partecipazione di intellettuali, economisti e politici. L’Europa, la crisi, le banche. Sono questi i tre protagonisti del film, incentrato sin da subito sul comprendere e ripercorrere le cause di una depressione economica – quella europea – che non accenna a fermarsi. Dalla Grecia all’Italia, passando per la Spagna ma anche per la Germania: il narratore esterno di nome Hub (cappuccio nero, maschera bianca) viaggia senza sosta per i luoghi più disparati del vecchio continente, raccontando da vicino vite, problemi e opinioni di gente comune, povera ma mai doma di fronte alla speranza della protesta. A incentivare la crisi attuale, secondo Carlucci, è la natura finanziaria dell’Unione Europea, fondata sulle banche e su un potere del tutto incentrato su banchieri infiltrati nella politica. Se si sceglie di parlare d’Europa, di euro, di economia e politica, è necessario porre delle basi storiche, che ben si guardano da personalismi o opinioni proprie. Queste premesse, ne La centesima scimmia, sono del tutto assenti. Anzi il film risulta un’opera fine a se stessa, capace solo di ammaliare chi nell’Europa vede il male assoluto, forte dell’opinione di chi vuol credere che sia “tutta colpa delle banche” senza porsi i problemi politici che un processo unitario come quello europeo ha e ha purtroppo avuto nei suoi primi anni di vita. Le banche europee alimentano la crisi, di cui però non si descrivono le cause. Si disegna l’unione monetaria come dannosa quando in realtà è il tassello di un percorso intricato di unione politico-fiscale, resa complessa da una profonda diversità culturale intra-statale (questione mai accennata nel corso del documentario). La centesima scimmia (anche per via degli infiniti interventi di Farage, leader inglese anti-europeista) sembra più un film di propaganda, piuttosto che di informazione. È un’opera a senso unico, poco originale in diverse scelte - il narratore alla V per Vendetta in primis - priva di spunti di riflessione, di dibattito e di dialogo. Un film anti-euro, che non propone soluzioni e che spara a zero sulla perfida classe dei banchieri. Cinema o campagna elettorale?