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La regola del gioco

14/06/2015 10:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

La regola del gioco

Il giornalista Gary Webb (Jeremy Renner) viene a conoscenza dei legami tra la CIA e il traffico di droga dal Nicaragua alla California, i cui proventi sarebbero

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Il giornalista Gary Webb (Jeremy Renner) viene a conoscenza dei legami tra la CIA e il traffico di droga dal Nicaragua alla California, i cui proventi sarebbero utilizzati dal governo americano per finanziare i ribelli anticomunisti Contras. La scoperta della verità e le indagini di Webb iniziano a farsi scomode e il giornalista si troverà attaccato sia dal punto di vista pubblico che privato.


Tratto dal libro Kill the Messenger di Nick Schou e da Dark Alliance, scritto dallo stesso Webb, La regola del gioco (liberissima traduzione dell'originale Kill the Messenger), racconta la storia vera del giornalista Gary Webb che alla fine anni degli anni Novanta condusse un'inchiesta per scoprire il legame tra il traffico di droga dal Nicaragua e la CIA. Diretto dal regista indipendente Michael Cuesta, il ruolo di Webb è affidato all'attore Jeremy Renner.


Non un film biografico nel senso convenzionale, La regola del gioco gira più dalle parti del thriller d'inchiesta: una sorta di opera verità ad alta tensione, che sfrutta il connubio tra giornalismo e cinema e atmosfere alla New Hollywood. Il riferimento maggiore è infatti quello del cinema civile americano anni Settanta, con un occhio di riguardo verso un'opera capitale come Tutti gli uomini del presidente di Alan J.Pakula. Ma in una sceneggiatura che opta per analizzare tutti i crismi della verità - che non è mai quella oggettiva ma quella dimostrabile - e che in ogni caso può essere sempre negata, il film di Cuesta riporta alla memoria un film come Insider - Dietro la verità di Michael Mann, pur ovviamente mancandone in classe e poesia di racconto. Perché La regola del gioco è comunque un biopic che non risparmia le trovate stereotipo di genere (dalla linea familiare a quella lavorativa) e poi prova a distaccarsene trasformandosi in thriller politico. L'andamento pecca in intensità e risulta didascalico, senza offrire uno sguardo nuovo sul materiale trattato. Così si arriva alle ovvie conclusioni su CIA, insabbiamento della verità, giustizia e ruolo del giornalismo. Tutti elementi su cui La regola del gioco fatica a trovare un proprio spazio di manovra e preferisce procedere con una narrazione di mestiere, priva di rischi. Persino la messa in scena è forse troppo patinata, per un film che vorrebbe indagare su uno dei tanti lati oscuri del paese America ma ne rimane in superficie. Un'opera a cui manca sguardo su mondo rappresentato e personaggi.


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