Dopo aver subito una battuta d’arresto con lo sfortunato (in termini di incasso) 1000 modi per morire nel West, Seth MacFarlane torna alla regia per realizzare Ted 2, una pellicola fracassona e grottesca che, sposando comicità demenziale, citazionismo sfegatato e satira pungente, punta l’attenzione esclusivamente sulla propria capacità di intrattenimento. Utilizzando l’ironia machiavellica caratteristica de I Griffin per delineare un ritratto sociale, morale e religioso della società americana del XXI secolo, il regista si avvicina al suo isterismo, alle sue fissazioni e ai suoi tic nervosi, rivelandone la paradossalità disarmante. Sono passati ormai trent’anni da quando John (Mark Walhberg) aveva espresso il desiderio che Ted, il suo adorato orsetto di peluche, prendesse vita. Questo, ormai stanco di passare le giornate a ridere a crepapelle, fumare erba e dire parolacce, ha deciso di sposare la sua amata Tami-Lynn e di creare una famiglia. Davanti all’impossibilità di avere un bambino, però, la coppia tenta prima l’inseminazione artificiale e poi avvia una pratica per l’adozione. Il Commonwealth del Massachusetts, allora, approfitta della loro richiesta per dichiarare che Ted, in realtà, non è una persona, ma semplicemente un “bene”. Aiutato dal migliore amico John e dalla giovane avvocatessa Sam (Amanda Seyfried), l’orsetto inizia una dura battaglia legale contro lo stato. Nonostante la società americana ritenga che essere “umani” equivalga a provare sentimenti, suscitare empatia e possedere propri valori, il piccolo Ted viene ritenuto, semplicemente, un oggetto, un bene, una proprietà privata che può essere comprata o venduta nel mercato internazionale. Reietto e outsider alla stregua di un comune freak, il peluche perde il lavoro, resta sprovvisto della validità del suo matrimonio e viene privato persino del diritto di uguaglianza davanti alla legge. Costretto, dunque, a mettersi personalmente in gioco per rivendicare i benefici previsti dalla costituzione, il protagonista dimostrerà di essere più umano degli umani stessi. Forte di una comicità piccante e irriverente tipicamente boccaccesca, Seth MacFarlane polemizza contro la grettezza e il bigottismo imperante tirando in ballo personaggi famosi, politici e comuni benpensanti. Intarsiando ogni fotogramma di parolacce, freddure e motti di spirito, il regista utilizza una CGI d’avanguardia - che ben si presta a un’insolente funzione parodistica e caricaturale - che finisce ben presto per fare il verso anche a se stessa. Nascondendo, dunque, una critica spietata dietro alla facciata da commedia sboccata e casereccia, Ted 2 si rivela un prodotto beffardo e scanzonato che, accentuando il sapore acre e dolceamaro della critica, condanna i pregiudizi, il razzismo e il buonismo dilagante.