Arriva, inaspettatamente, anche nelle sale italiane l'Orso d'Oro 2014. E' Movies Inspired a distribuire Fuochi d'artificio in pieno giorno, il bel film cinese di Yinan Diao che riporta all'onore delle cronache cinefile un genere troppo spesso colpevolmente dimenticato come il noir. Coronamento di una carriera registica, successiva a un apprezzato passato da sceneggiatore, che già nel 2007 ci aveva regalato una perla come Ye Che e che qui porta a compimento un vero e proprio intreccio di diversi stili, ibridato con una personalità rara nel cinema contemporaneo. In una sorta di versione coeniana tendente al dark e dal mood classico delle atmosfere orientali, l'autore ci trasporta in una cupa storia di silenzi e tradimenti che lascia con il fiato sospeso fino al metaforico epilogo che da anche il titolo alla pellicola. Nell'estate del 1999 il detective Zhang (Fan Liao) indaga su un inquietante omicidio: alcune parti del corpo della vittima vengono infatti ritrovate in diverse cave di carbone, situate a molti chilometri di distanza tra di loro. Durante le indagini, in seguito a un fermo, i suoi colleghi rimangono uccisi e l'uomo, sopravvissuto per miracolo, rimane fortemente traumatizzato dall'accaduto. Cinque anni dopo Zhang è un'altra persona, dedita all'alcool e incapace di ricostruirsi una vita. Ma una scia di nuovi omicidi, che hanno tratti distintivi in comune con quelli del precedente lustro, lo spinge a concentrare le sue energie sulla risoluzione del caso, per il quale non era mai stato trovato un colpevole. Comune denoninatore tra tutte le vittime sembra essere una piccola lavanderia nella quale lavora una giovane e bella ragazza, vedova di uno degli uomini scomparsi cinque anni prima. Un Fargo introspettivo e metodico potrebbe sembrare il commento più azzeccato dopo i primi minuti di visione, data anche l'affascinante ambientazione nevosa che permea la quasi totalità del racconto. Ma sarebbe a dir poco ingeneroso definire così semplicemente un'opera dalle mille sfaccettature, capace di ingannare lo spettatore in più occasioni e condurci verso una risoluzione del caso ben più ingarbugliata del previsto. In una poetica riflessiva e dolente, che accomuna il paesaggio al freddo e spietato raziocinio che percuote l'animo dei personaggi principali del racconto, si ripercorrono tutti i classici binari del noir anche nella caratterizzazione delle varie parti in gioco: dal detective depresso e alcolizzato all'apparentemente timida dark lady, il percorso narrativo non si fa mancare nulla, aggiornandolo con squarci surreali (il cavallo nel corridoio) e con scene che sfruttano l'ecosistema urbano con bruciante lirismo. Fuochi d'artificio in pieno giorno è un film che rispecchia le paure e le contraddizioni contemporanee della società cinese, nella quale ognuno sembra pensare al proprio tornaconto personale in un mondo arido di umanità. E la stessa ironia che compare, inaspettata, in più occasioni è venata di un'amarezza inesorabile che ci trasporta con una magnetica e inquieta sofferenza verso il colpo di scena prima e l'elegiaco epilogo poi. Quest'ultimo, simbolo a doppio taglio di un'ancor possibile speranza anche nei momenti più difficili.