Secondo lungometraggio di Giuseppe Gaudino, Per amor vostro arriva in Concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia. Interpretato da Valeria Golino e Adriano Giannini, il film racconta una Napoli divisa tra incanto e malavita, amore e violenza. Anna (Valeria Golino) è nata e cresciuta a Napoli. Lavora come gobbista, ha tre figli e un marito. Vive con gli anziani genitori, conducendo una vita apparentemente monotona e priva di colore, oppressa dalla quotidianità e dai problemi economici. L’arrivo di una relazione extraconiugale e un contratto di lavoro offrono ad Anna la possibilità di ridimensionare la propria esistenza, fatta di omertà e remissione verso un marito malavitoso, una madre profondamente religiosa e un amico che la perseguita per avere in prestito del denaro. La speranza di una nuova vita getta la donna in un mondo di illusioni e incubi che la perseguitano sin da bambina, in una dimensione onirica fatta di demoni che hanno le sembianze dei suoi cari. Interamente girato in bianco e nero, Per amor vostro esprime realtà visive tipiche della cultura mediterranea e mescola riti sacri a pratiche profane inconsuete che fanno da intervallo a scene di vita quotidiana. La realtà descritta è simile a una lunga soggettiva di Anna, la cui vita - narrata passando attraverso il suo personalissimo sguardo - è vissuta con cuore ingenuo, mentre le nubi sembrano addensarsi sopra di lei, ogni attimo di più che passa. Il mondo reale, oggettivo, si mescola violentemente al mondo interiore della protagonista, senza alcuna distinzione tra razionalità e inconscio, lasciando solo ai colori della pellicola la possibilità di fare la differenza. Solo le visioni oniriche, infatti, sono colorate e violente. Valeria Golino, partenopea DOC (nata a Napoli, figlia di padre napoletano e madre greca), si cala perfettamente nella parte di una nata e cresciuta tra microcriminalità e cattolicesimo. Fa di Anna un ritratto coraggioso e autentico, a tratti commovente, sopratutto quando il personaggio cambia pelle e natura, diventando una donna indomita, non più ignava e omertosa. La cura per il dettaglio è evidente: dalle scelte stilistiche, attraverso l’uso di simboli appartenenti alla tradizione, fino alla selezione musicale. Epsilon Indi, formazione romana che firma le musiche del film, mescola musica popolare napoletana e sonorità elettroniche: le ballate accompagnano tre snodi cruciali della narrazione del film, agendo come coro e voce fuori campo in musica, accompagnando anche la spirale mentale/emotiva della protagonista. Angoscioso e terrificante per certi versi, folkloristico e popolare per altri, questa opera di Gaudino - senza dubbio ben riuscita - rappresenta qualcosa di nuovo nel panorama cinematografico, qualcosa di fortemente innovativo e incredibilmente sperimentale. La bravura della protagonista aiuta una sceneggiatura ben scritta e una regia attenta, che si bea di una profonda conoscenza della storia popolare del Centro/Sud italiano. E Napoli è descritta come una donna passionale e coraggiosa, che si spoglia della nomea di pavida criminale per diventare ribelle e - finalmente - giusta.