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Sicario

16/09/2015 11:00

Roberto Semprebene

Recensione Film, Film Azione, Film Thriller, sicario,

Sicario

Un thriller asciutto e ben congeniato

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Controllo. Sicurezza. Gestione. Concetti cari a qualunque manager e a qualunque amministratore, sia esso pubblico o privato. Concetti ormai inapplicabili alla lotta allo spaccio per le autorità statunitensi, che si trovano a dover combattere un sistema distribuito in modo capillare, radicato sul territorio e fittamente infiltrato in istituzioni spesso corrotte e conniventi.


Kate Macer (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI specializzata in sequestri di persona che la conducono suo malgrado nel mondo del narcotraffico. Un ottimo stato di servizio e la volontà di risolvere alla fonte un problema di cui ha sempre visto solo le ultime code, la portano a unirsi a una squadra specializzata, guidata da Matt Graver (Josh Brolin) e dal suo misterioso alleato Alejandro (Benicio Del Toro), il cui operato è spesso segreto e non sempre…pienamente aderente al protocollo. Kate si troverà invischiata in situazioni che ne metteranno in crisi il sistema di valori: la sconvolgente realtà del narcotraffico, il potere che dimostra di avere e gli orrori di cui rende capaci farà vacillare il suo rispetto sacrale per le regole, la volontà di trasparenza e correttezza che non hanno reale spazio in una guerra clandestina in cui salvare la propria vita significa spesso porre fine a quella di un’altra persona.


Un film asciutto, quasi documentaristico in certi passaggi – che ne decretano a tratti un incedere lento, ma non fastidioso – è diretto con rigore da Denis Villeneuve e impreziosito dalle ottime prove dei tre attori principali. Sono infatti la Blunt e Del Toro su tutti a mettere in scena un dialogo fra posizioni antitetiche, fatto di azioni e sguardi più che di parole; significativo e tragico, coinvolgente nel suo essere privo di retorica e freddo nel palesare la necessità di scelte scomode. La tematica farebbe ipotizzare un paragone con Traffic di Steven Soderbergh, ma Sicario ha molto anche di un film come Syriana, in cui l’idealismo e il pragmatismo americano si trovano a collidere e definire una linea d’azione che sappia contemperare i due aspetti. Sicario è figlio dei suoi tempi, l’ennesimo film nato dall’11 settembre: la strada non è più quella dei grandi ideali, ma quella del male minore. E indugiare eccessivamente nell’ipotizzare soluzioni pulite è un lusso che non ci si può più permettere. In un mondo di lupi si può agire solo da lupi, non farlo ci rende immediatamente fragili, deboli... sacrificabili.


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