The Wall è l'undicesimo album del mitico gruppo musicale dei Pink Floyd, uscito il 30 novembre del 1979 e non per questo oggi meno attuale. Un vero e proprio poema musicale incentrato su Pink, soffocato tra l'iperprotezione materna e il rigido sistema scolastico, specchio e metafora dei regimi totalitari. L'intuizione di The Wall, tuttavia, non nasce da un'esigenza narrativa, bensì dal bisogno di raccontare gli orrori che un ipotetico ideale imposto da una qualsiasi istituzione può provocare. Chiusura mentale e paura costituiscono soltanto la millesima parte dei pesanti mattoni che, inesorabilmente, costruiscono il muro. Non solo: The Wall rappresenta per Waters un omaggio ai suoi eroi personali, il padre e il nonno paterno, entrambi portatigli via per sempre dalla guerra. Alan Parker, nel 1982, aveva realizzato la trasposizione cinematografica dell'album in termini decisamente soggettivi e macabri. Dalla collaborazione tra il direttore creativo Sean Evans e la punta di diamante del gruppo alternative rock, Roger Waters, nasce Roger Waters The Wall: la ricostruzione cinematografica del concerto omonimo, realizzata a partire dalle riprese di ben 219 concerti spettacolari in tutte le sfaccettature; dalla musica potente e ribelle alla scenografia psichedelica ed esplosiva - letteralmente. I brani si susseguono senza pause o interruzioni, mentre sul palco - traccia dopo traccia - lo staff costruisce il muro, mattone su mattone. E ognuno di quei pesanti massi è un pugno sullo stomaco: una sconfitta per la società e una vittoria per i totalitarismi. Le prime due ore del film consistono quindi nella visione del concerto vero e proprio, ma a questo si alternano i brevi capitoli di un viaggio in Aston Martin che, da un lato, porta a Roger una conoscenza più profonda e intima del padre e del nonno, dall'altro mostra le inquietudini e le debolezze del cantautore britannico. Non ha vergogna Roger Waters di commuoversi davanti all'obiettivo, perché proprio quel sentimento così intenso lo ha portato a concepire un'opera musicalmente impeccabile e peraltro attenta a tematiche non indifferenti come la massificazione della cultura, la cementificazione del pensiero, la violenza ingiustificata, la morte. I restanti momenti del film sono invece dedicati alla "chiacchierata" tra Evans e Waters che, rispondendo ad alcune delle domande inviate direttamente dai fans dei Pink Floyd, lasciano trapelare la nostalgia dei vecchi tempi ma palesano anche i dissapori interni alla band e certi aneddoti spassosi, magari legati alla nascita di un determinato pezzo musicale. Roger Waters The Wall dà ampio spazio alla musica e di certo anche a un Waters non solo bassista e cantante, ma soprattutto figlio e nipote. Il film è uno spettacolo a tutto tondo, dalla musica alle immagini ad altissima definizione che quasi illudono il pubblico di stare a pochi metri di distanza dal palco nel bel mezzo di una folla eccitata.