Sul finire degli anni '70, mentre spopolano al botteghino le commedie con protagonisti Celentano, Millian e Pozzetto, e nelle case degli italiani fa il suo ingresso la tv commerciale, dopo i successi al teatro e in tv con gli sketch de La smorfia, nel 1981 fa il suo esordio al cinema Massimo Troisi con Ricomincio da tre. Una pellicola scritta con Anna Pavignano, diretta e interpretata dal comico napoletano che segna il ritorno nel cinema italiano di una forma di commedia semplice ma allo stesso tempo intelligente, capace di ragionare sul contesto di quegli anni senza risolvere tutto in volgari battute. Gaetano (Massimo Troisi) è un giovane napoletano che, stanco della vita della provincia partenopea e del lavoro alienante della fabbrica, decide di trasferirsi a Firenze. Il viaggio e la successiva permanenza nel capoluogo toscano permettono al giovane di confrontarsi con una galleria di molteplici tipi umani che incarnano, chi più chi meno, buona parte delle ossessioni e delle manie dell'italiano medio di quegli anni. Tutti gli incontri si susseguono come una serie di divertenti sketch umoristici: l'autista con manie suicide che dà un passaggio a Gaetano in autostrada; Robertino, l'attempato figlio di una “mammina” troppo presente; Frankie, il giovane americano che diffonde la parola di Dio. Tra tutti l'incontro decisivo è quello con Marta, giovane infermiera dalla mentalità progressista. Abituata a vivere con libertà le sue relazioni sentimentali, la ragazza che farà innamorare il napoletano e gli farà prendere una grossa decisione. Un film divertente, che fa ridere e che ha permesso al pubblico italiano di conoscere e apprezzare la comicità di Massimo Troisi. Una comicità spesso malinconica, fatta di gesti e poche parole, di un linguaggio in cui il dialetto napoletano è preponderante e diventerà sua cifra stilistica distintiva anche nei successivi lavori e gli permetterà di essere annoverato tra i grandi della commedia dell'arte partenopea come Totò e Eduardo De Filippo. Tanti i temi trattati nel film: la religione, la famiglia, l'amore. Ma soprattutto è centrale la rappresentazione di un giovane napoletano che risente delle difficoltà legate alla sua città natale, intenzionato a voler rompere con questa rappresentazione stereotipata. Gaetano non è un emigrante in cerca di fortuna, come tutti al nord considerano i giovani del sud: lui un lavoro a Napoli ce l'ha ma ha anche tanta voglia di viaggiare, vedere e conoscere nuove realtà. È l'immagine della generazione maschile di quegli anni, che non accetta più di sottostare alla dinamica del lavoro sicuro e che esce sconvolta dal confronto con l'altro sesso, ormai libero dalle costrizioni dopo le rivendicazioni degli anni Settanta, incarnato dal personaggio della giovane Marta. Con Marta, Gaetano ricomincia la sua vita, e non da zero, ma da tre. Perché, come ripete in una battuta all'amico Lello (interpretato da Lello Arena), che prima della partenza gli dice che lasciare Napoli significherà ricominciare da zero, Gaetano risponde: «Perché da zero? Chello ch'è stato è stato... Basta, ricomincio da tre, cioè... Tre cose me so' riuscite dint'a vita, pecché aggi'a perdere pure chelle? Aggi'a ricomincià da zero? Da tre!».