La storia dei sei fratelli Angulo: un'intera vita vissuta in un appartamento del Lower East Side di Manhattan, lontani dalla società e dalla realtà . I fratelli - soprannominati i Wolfpack (il branco), perchè si spostano al di fuori dell'appartemento solo in gruppo - non vanno a scuola e non hanno contatti con l'esterno, a eccezione dei membri della famiglia. Le loro uniche nozioni del mondo provengono dai film regalati loro dal padre, che guardano in maniera ossessiva e che mettono in scena nelle stanze dell'appartamento, creando costumi e scenografie. Per interi anni questo gioco è stato lo sfogo creativo e l'unico modo per prevenire la noia. La svolta arriva con la fuga di uno dei fratelli: da quel giorno le dinamiche familiari cambiano per sempre, permettendo ai ragazzi di uscire e scoprire il mondo che c'è al di fuori della finestra. Tutto nasce dall'incontro tra Susanne, una hippie del Midwest e Oscar Angulo, mancato musicista, durante un viaggio in Perù nel 1989. Oscar e Susanne si innamorano e decidono di traferirsi negli Stati Uniti. Nel 1991 nasce Baghavan, il più grande dei fratelli; nel 1992 i gemelli Govinda e Narayana; nel 1994 Mukunda. Dopo aver girato gli Stati Uniti, nel 1995 la famiglia si trasferisce a New York, tra Bronx, Queens e Brooklyn: il prezzo basso delle case li attira ma le sparatorie spaventano i genitori, così da decidere di trasferirsi nel Lower East Side. Qui il padre proibisce alla madre e ai figli di uscire da soli. Nel 1997 nasce Krisna e nel 1998 Jagadisca. I bambini crescono in un clima da tribù primitiva – hanno nomi arcaici e non possono tagliarsi i capelli – terrorizzati da quello che sta al di fuori della porta dell'appartemento. Escono fino a un massimo di nove volte l'anno, fino al punto di svolta: nel gennaio del 2010 Mukunda scappa di casa. Da lì la situazione diventa più elastica e nell'aprile 2010 i fratelli cominciano a uscire di casa "in branco". Ecco che ognuno capisce allora la propria strada: Baghavan fa parte ora del corpo di ballo dell'Hip Hop Dance Conservatory di New York; Govinda, il "lupo solitario", quello che ha lasciato per primo i fratelli, lavora come assistente alla fotografia in diverse produzioni e aspira a diventare direttore della fotografia; Narayana è interessato ai problemi dell'ambiente e lavora per la NYPIRG; Mukunda, l'alpha del gruppo, è sceneggiatore e regista, impaziente di girare il suo primo lungometraggio; Krisna, l'attore della famiglia, ama le luci della ribalta; Jagadisca ha imparato a suonare armonica e chitarra. Vincitore del Best Jury Prize al Sundance Film Festival 2015, The Wolfpack apre la rassegna Alice nella città alla decima Festa del Cinema di Roma: un vero e proprio racconto di formazione e ribellione. La regista esordiente Crystal Moselle ci porta all'interno della vita del branco vivendo le loro paure, le speranze e le scoperte. La pellicola è anche una dichiarazione d'amore per il cinema, che forma, trasforma e salva vite; il cinema come rifugio, il cinema come ragione di vita. I fratelli vivono di citazionismo e il loro unico confronto con la realtà sono i film ("Sembra la foresta di Fangorn del Signore degli Anelli!"). La pellicola è interessante sia dal punto di vista umano, sociologico e antropologico, sia dal punto di vista cinematrografico. Un'opera, per alcuni aspetti, metafilmica. Un film che racconta di come la vita senza cinema non sarebbe la stessa cosa ("Se non avessi i film la vita sarebbe molto noiosa"). La regista, alla prima prova con un lungometraggio (ricordiamo tra i suoi lavori la serie Somenthing big, Somenthing small), ha avuto occhio nel riconoscere in un gruppo di ragazzi - che le hanno come attraversato la strada per caso - una storia ricca di spunti e riflessioni.