Quante versioni di un futuro post-apocalittico hanno solcato il grande (e il piccolo) schermo ad oggi? Tantissime, ed è sempre più difficile trovare spunti originali in questo sottofilone della fantascienza che parte sempre e comunque da un tempo a venire nel quale il mondo, per come ora lo conosciamo, non esiste più. Nel 2011 è stato il turno dell'esordiente Tim Fehlbaum per poter dire la sua nell'argomento con la co-produzione (finanziata anche dal più famoso collega Roland Emmerich) svizzero-tedesca Hell. Nel 2016 la temperatura terrestre ha iniziato a surriscaldarsi, fino a raggiungere nel giro di pochi anni un aumento di 10 gradi. Acqua e cibo si sono esauriti, portando al disgregamento della società civile. Tom, Philip, Marie e piccola Leonie viaggiano alla ricerca di un luogo nel quale trovare una possibile salvezza. Durante il loro cammino però vengono aggrediti da una banda di uomini che cattura Leonie e ruba loro la macchina. Sarà soltanto l'inizio di un terribile incubo che catapulterà i quattro ragazzi in un vero e proprio inferno. Un mix tra Mad Max e The Road, che mantiene un suo indubbio fascino nonostante la scarsa originalità narrativa. Fehlbaum riesce pur con pochi mezzi a creare una realtà post-apocalittica che inquieta e attrae al contempo, grazie anche all'efficace fotografia che, moltiplicando l'effetto visivo dei raggi solari, crea squarci suggestivi nelle numerose scene diurne. L'altro grande punto di forza dell'operazione risiede nelle intense prove del cast che, dai "buoni" sino all'insospettabile villain, ammanta i rispettivi personaggi della giusta carica empatica tale da coinvolgere al meglio lo spettatore nell'ansiosa narrazione. Hell ha inoltre un pregio non da poco, quello di sfiorare la violenza più brutale lasciandola fuori campo senza il bisogno, sempre più frequente e gratuito, di addentrarsi nei territori del torture-porn che pure sarebbero stati consoni a certi passaggi. La scelta di optare per un'atmosfera più sottratta e memore del miglior horror / thriller da i suoi frutti, regalando momenti ad altissima dose di tensione che lasciano con il fiato sospeso, convergendo verso un finale in parte improbabile ma non privo di intenti metaforici.