L'Asso della Prima Guerra Mondiale sbarca al cinema. E con lui, tutti i suoi celebri e piccoli amici Peanuts. Charles M. Shulz è il padre di un piccolo grande mondo fatto di zucche, piste da hockey, alberi cannibali, scuole e giostre; un mondo noto e amatissimo dal pubblico. Protagonista del lungometraggio è Charlie Brown, che in un lungo inverno senza baseball si innamora della bambina dai capelli rossi ma è troppo timido per parlarle. Una trama classica e un universo amatissimo, eppure le primissime immagini di Snoopy & friends - Il film dei Peanuts sono state accolte con freddezza. Ma cosa ha disturbaro tanto? Innanzitutto, la scelta grafica. Che la tecnica tridimensionale contraddistingua gran parte dell'animazione di oggi è fatto accettato e assunto con serenità da parte degli spettatori, specie i più giovani. Eppure resta ancora diffusa fra le vecchie leve la convinzione che la CGI sia sinonimo di qualità inferiore rispetto al tratto a mano. Un atteggiamento nostalgico e retrogrado che si dimentica di ottimi film: di avere riso con il panda Poe, pianto con il mammut Manny e di essere maturato con Shrek. Chi ha vissuto il traumatico passaggio dal 2D al 3D dovrà provare a rivedere e relativizzare le proprie resistenze, accettare il mutamento tecnologico come essenziale per l'arte cinematografica. Nel caso di Snoopy & friends la grafica sembra proprio quanto di più bello questo film abbia da offrire: le espressioni sui volti dei bambini, la dinamicità tipica e insita nei personaggi sono stati restituiti alla perfezione. Un buon adattamento, un avanzamento verso il meglio così come lo è stato il passaggio dal bianco e nero alle strisce a colori; un regalo per lo spettatore, che ha potuto vedere l'azzurro della coperta di Linus e il rosso dell'aquilone. Grande assente del film, resta il ritmo. L'intera trama è in ostaggio di un Charlie Brown insicuro e sfortunato. Troppo insicuro e troppo sfortunato. Anche per essere Charlie Brown, che in sostanza non fa nulla per la maggioranza del tempo se non inciampare e ricadere nei suoi soliti schemi di vita. I più ricchi personaggi ne escono appiattiti: il tenero Snoopy (solo a volte infido con il gatto dei vicini), scrittore frustrato, giocatore isterico, anticonformista e cocciuto, è rimpicciolito alla spalla comica e iperattiva del suo padroncino. La tensione tra il sogno e una realtà spietata; il fischiettare spensierato di Woodstock e le voci dei tromboni degli adulti; la fantasia di bambini filosofi divorati dalle ansie e dalle insicurezze ma che non si arrendono e immaginano di diventare campioni, presidenti, di innamorarsi e crescere felici: tutta questa magia si è completamente persa. I tratti che caratterizzano Linus, capace di citare la Bibbia a memoria ma troppo fragile per sbarazzarsi di una copertina da bambino; la scelta di Lucy di aprire uno studio di psichiatria anziché un chiosco della limonata; l'isolamento di un piccolo genio come Shroeder non vengono minimamente approfonditi. Peccato, perché uno dei grandi meriti di Shulz è stato quello di raccontare l'infanzia non come una terra incontaminata e forse in maniera più pervasiva di tanti manuali. Certo, si tratta di un adattamento tratto da strisce a fumetti basate per lo più su battute, che si esauriscono in poche vignette. Eppure, in passato, sono stati realizzati film di animazione con storie cariche di eventi: in Snoopy cane contestatore il bracchetto si ribella a una società che reputa ingiusta, intraprende un avventuroso viaggio per ritrovare una padroncina sola e confinata in ospedale. Un'avventura impegnata, fatta di sorrisi e leggerezza per un mediometraggio indimenticabile. Snoopy and friends è un'occasione sprecata, un tentativo legittimo di provare a giocarci, di riproporlo. Perché non esistono mostri sacri o inattaccabili, tantomeno nell'universo dei fumetti e dei film. Perchè di certo i fan non smetteranno di aspettare il Grande Cocomero. Perché in terra ci sono sorelle prepotenti, test a sorpresa, partite di baseball da perdere ma non importa: c'è un doppio della terra, un meraviglioso cielo fatto di tempera e stelle a cui sospirare e in cui sperare.