Era il 2011 quando la prima trasposizione cinematografica di Hunger Games, omonimo romanzo di Suzanne Collins, faceva la sua comparsa sul grande schermo. Sebbene fosse stata realizzata in formato low budget e affidata ad artisti quasi completamente sconosciuti, aveva fatto emergere ben presto le potenzialità di un prodotto carismatico e stravagante. Ereditando il testimone da Gary Ross, Francis Lawrence - salito al successo con Constantine – ha diretto i successivi capitoli della saga, trasformandola subito in un fenomeno mondiale destinato ad entrare nell’immaginario collettivo. Arrivato allo step finale, il regista firma ora Hunger Games - Il Canto della Rivolta Parte II, un episodio conclusivo intelligente e adrenalinico che, nascondendo attuali riferimenti politici e culturali, intrappola lo spettatore in un frenetico loop polisemantico di azione, dramma e satira politica. Dopo essere riuscita a salvare Peeta (Josh Hutcherson) dalle mani del Presidente Snow (Donald Sutherland), Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) capisce che il tiranno vuole distruggere il futuro di Panem. A capo della squadra 451, di cui fanno parte anche Gale (Liam Hemsworth), Finnick (Sam Claflin) e Boggs (Mahersala Ali), l'eroina si reca a Capitol City e affronta le trappole e gli agguati mortali dei suoi nemici. Vero e proprio simbolo della libertà , la Ghiandaia Imitatrice torna nell’arena e sacrifica tutto quello che possiede per salvare il destino dei 13 distretti, per la prima volta uniti contro il sistema. Rimanendo fedele allo stile letterario e metaforico del romanzo originale, Francis Lawrence ambienta la vicenda in una metropoli futuristica devastata da una spasmodica sete di potere. Le macerie, i ruderi e i resti di un'antica civiltà sovrastano prepotentemente gli istinti umani, relegati nei bassifondi e negli anfratti oscuri e tempestosi dove non arriva mai la luce del sole. E proprio qui, lontano dagli sguardi minacciosi di chi detiene il comando, i sopravvissuti divengono freaks, outsider e automi privi di personalità . Il loro disperato bisogno di speranza e di dignità porta gli sceneggiatori Danny Strong e Peter Craig (The Town) a plasmare un'eroina nuova, intelligente e caparbia che rifiuta la manomissione della propria immagine per colpire il sistema orwelliano nella sua stessa essenza. Con il solo scopo di sconfiggere il regime tirannico e totalitario che manipola i corpi e le menti dei suoi sudditi, quindi, Katniss rifiuta la strumentalizzazione di qualsiasi simbolo e diviene essa stessa stendardo della ribellione popolare. Volendo assistere e supportare personalmente i suoi protagonisti, il regista utilizza zoom esasperati, luci fredde e glaciali, camere a mano e raggi infrarossi, rendendo la pellicola un mockumentary apocalittico e guerrigliero. Le esplosioni virulente, i continui inseguimenti e gli intricati stratagemmi, conducono tutti i personaggi alla perdita di quello che hanno di più caro ma solo per permettergli di distruggere i falsi miti e riavvicinarsi ai loro veri valori. Hunger Games - Il Canto della Rivolta Parte II, dunque, si rivela un finale degno delle migliori aspettative. E, nonostante la palese retorica insita in ogni fotogramma, invita gli spettatori a lottare sempre per ottenere un futuro migliore.