
Gli anni ’90, nella carriera di Luciano Pavarotti, sono considerati l’epoca dei “tre Tenori”, trio leggendario formato insieme ai suoi amici Josè Carreras e Plàcido Domingo. In occasione dei Mondiali di Calcio del 1990, Pavarotti si esibisce alle Terme di Caracalla con i due tenori spagnoli per la prima volta e dopo tre anni dalla malattia che colpì Carreras: quella serata rappresenta l’occasione per un bentornato all’amico ma decreta, soprattutto, l’inizio di una collaborazione destinata a durare per ben dieci anni. È nel mezzo di questo arco di tempo che il terzetto si esibisce sul palco della Staatsoper di Vienna in occasione di quel che sarà uno dei loro spettacoli di maggiore rilievo: con la Vienna Symphony Orchestra - diretta ineccepibilmente da Steven Mercurio - e insieme al coro di voci bianche Gumpoldskirchner Spatzen, il magnifico terzetto si cimenta in canti natalizi, tradizionali e non, di ogni nazionalità e di ogni tempo, raccolti in medley perfetti: da "Jingle Bells" a "Winter Wonderland", da "Let it Snow", a "Happy Christmas/War is Over; da "Tu Scendi dalle Stelle" e "Dormi Oh Bambino" (reinterpretata in italiano da un canto tradizionale polacco) fino a "Feliz Navidad". Tre uomini che danno voce - e anima - a un concerto di straordinaria eterogeneità; tre personalità profondamente differenti in grado di fondersi in armonia perfetta l’una nell’altra, senza mai smarrire la propria identità, bensì talvolta rinvigorendola con sezioni solistiche nella propria lingua madre per ognuno dei tre artisti. I Canti Natalizi sono anche il ricordo speciale di un artista che, al suo incommensurabile talento e all’incredibile abilità comunicativa, ha sempre affiancato uno studio approfondito della propria arte: a ciò che Carreras definisce “naturale carisma” Pavarotti unisce l’eccellente padronanza del suo strumento vocale e un’approfondita lettura dei propri personaggi. Non potendo far sfoggio di quest’ultima qualità in occasione dei Canti da Vienna, che non sono certo Turandot e nemmeno L’elisir d’amore di Donizetti, Pavarotti si “accontenta” di combinare il proprio talento a un’eccezionale scioltezza e alla peculiare espressività che è specchio cristallino di un artista spesso informale, sempre unico e impareggiabile. Diretto da David Mallet, già brillante regista di numerosi videoclip (da David Bowie ai Queen, dai Kiss agli AC/DC) e svariati concerti di ogni genere musicale (Rolling Stones, Madonna, Tina Turner), il famoso concerto di Pavarotti insieme a Carreras e Domingo viene restaurato in occasione dell’ottantesimo compleanno del Maestro, e torna nelle sale italiane il 14 e il 15 dicembre. Un’altra occasione per innamorarsi del lavoro di un artista capace di essere anche personaggio e per ammirare l’influsso del suo operato che ha riportato, anche grazie a numerose collaborazioni “broadcast”, la lirica agli occhi e alle orecchie del pubblico di tutto il mondo.