Diffuso prima via Internet e via satellite, per poi essere riproposto successivamente in formato DVD da 01Distribution, Lillo e Greg The movie nel 2007 ha precorso le strade della distribuzione alternativa. Non troppi anni fa, ma neanche troppo pochi. Non c’era ancora il culto dello streaming come oggi e fare cinema attraverso la Rete era un terreno – a tratti – ancora inesplorato. Proprio per questo Claudio Gregori e Lillo Petrolo hanno voluto tuffarsi in questo mare ancora poco attraversato, così da collocare novità su novità , con l’intento di confezionare settanta minuti di girato dove l’unico protagonista è l’estro comico scevro da ogni stress legato a distribuzione e incassi. La regia di Luca Rea, che arriva dalle esperienze televisive di Stracult, Cocktail d’amore, Isolati conferma come la sintesi dei contenuti sia fondamentale per dar vita a un lungometraggio che si avvicina più a un insieme di cortometraggi uniti dal fil rouge della demenzialità . Ci troviamo di fronte, infatti, a quella che potremmo definire la summa del duo comico romano. All’interno di venti episodi si snocciola una messa a nudo dei luoghi comuni italici, che danno vita a situazioni differenti, aprendo le porte a quel teatro dell’assurdo che Lillo e Greg adottano come credo principale. Partire da un episodio banale, per certi versi anche macabro o serio, per esasperarlo a una comicità nonsense che è un misto tra utopia (come il nome del sedicesimo episodio) e black humor. Dalla segretaria al solerte cameriere, dalla donna in merceria a cui segue il ventriloquo. Tutti personaggi e caratteri animati senza filtro da Virginia Raffaele, Chiara Francini, Chiara Siani, Elena Bouryka, Andrea Lo Cicero e Sabina Nobile, che insieme a Lillo e Greg hanno dato vita a Sette personaggi in cerca di autore – parafrasando Pirandello – trovando, però, una forma d’arte grezza e potente: la risata. Sullo schermo vengono riportati quei gesti quotidiani e situazioni molto comuni sono rese uniche grazie a un dettaglio, una frase, qualche sfumatura impercettibile. Nella sceneggiatura di Simone Colombari, che ha collaborato con Petrolo e Gregori si percepisce l’impronta teatrale: i testi scritti attingono da una dimensione artistica profonda e capace di non prendersi troppo sul serio, che crea un prodotto per nulla scontato. Siamo di fronte a battute che un attimo prima creano sgomento e quello dopo entrano in circolo, quasi come un potente veleno che porta alla risata incontrollata. Quel rimescolare le carte improvviso - che riporta alla giocoleria più semplice - è mettersi a nudo senza censura, per permettere a ogni emozione di passare agevolmente. Un film che non finisce dopo i titoli di coda, fatto di sorrisi, comicità e anche un pizzico di trash.