Il pianeta Annwn è da anni in guerra. Un tempo questo mondo era controllato da otto tribù chiamate i Garm, ognuna con le proprie peculiarità basata sulle rispettive funzioni, e tutte servivano il dio creatore Danaan. Ma un giorno Danaan decise di abbandonare il mondo e le varie tribù cominciarono una guerra per la supremazia. Oggi, in un mondo in rovina, sono rimaste solo tre "etnie" a combattersi: i Briga, i Columba e i Kamtak. Anche i Druidi, i messaggeri di dio, si sono completamente estinti. O almeno così è creduto. Dopo un violento scontro tra gli eserciti di Briga e Columba, un Kumtak viene recuperato in compagnia di un Gula (un basset hound, creatura ritenuta sacra) e Nascien, forse proprio l'ultimo Druido rimasto in vita. Questo improbabile trio si troverà , in seguito a un ennesimo scontro a fuoco, a viaggiare nelle Terre Desolate dove si ritiene possa aver luogo un evento in grado di cambiare per sempre la storia dei Garm. Al viaggio si uniscono per casualità anche Khara-23, pilota combattente dei Braga, e il soldato SKELLIG dei Briga, in un'insolita tregua per un'impresa destinata a modificare le sorti del mondo intero. "Volevo creare un nuovo mondo, una nuova mitologia in grado di differenziarsi dai capolavori, classici e moderni, del cinema fantastico": parole di Mamoru Oshii, storico regista di alcune delle più importanti opere d'animazione giapponese come Ghost in the Shell (1995) e The Sky Crawlers - I cavalieri del cielo (2008), qui alle prese con il suo primo live-action in lingua inglese. Garm Wars: L'ultimo druido è a tutti gli effetti una sorta di prequel, con un finale ben più che aperto, che ci introduce in un mondo filmico nuovo di zecca che si rifà esplicitamente a quella sci-fi avveniristica tipica degli anime nipponici. E proprio in questo risiede il peggior difetto dell'operazione: il film infatti segue nella narrazione e nello stile registico quello di un moderno cartone animato/videogioco, abusando di computer grafica (comunque soddisfacente dal punto di vista visivo) e abbozzando con tratti sin troppo minimali i caratteri del trio di protagonisti. Se con l'affascinante Avalon (2001), precedente live-action stavolta di matrice polacca, il regista era riuscito a fondere bene le due realtà con ispirati rimandi ad un certo cinema d'autore sovietico, in questo caso il mix funziona meno, pur non disdegnando grandi pagine di pura visionarietà , purtroppo soffocate dall'eccesso di virtuosismo nella creazione di ambienti e creature. La stessa sceneggiatura, partorita da Oshii insieme a Geoffrey Gunn, ci bombarda di un corposo background durante i titoli di testa, risultando sin troppo ambiziosa per far da sfondo a quello che verrà dopo che altro non è che l'ennesima "ricerca di un Santo Graal" durante il quale nemici giurati scopriranno il valore di una possibile coesistenza. Garm Wars: L'ultimo druido si bea troppo delle sue potenzialità , finendo per essere un ibrido pasticciato e ammaliante nel quale il trio di protagonisti, nei panni di cloni a tempo determinato (così come tutti gli abitanti del pianeta), si muove a corrente alternata, con il solo Lance Henriksen a risultare discretamente efficace in un ruolo al sottile confine con lo scult.