La Terra viene attaccata da una misteriosa specie aliena attraverso quattro differenti assalti che portano interruzioni globali di corrente, terremoti, un'epidemia e infine lo sterminio dei sopravvissuti. Con l'imminente quinto attacco, la cosiddetta "Quinta onda", l'adolescente Cassie Sullivan (Chloe Grace Moretz) deve cercare di restare in vita e di tentare di salvare suo fratello minore, reclutato dall'esercito per combattere gli alieni. Tratto dal romanzo omonimo scritto da Rick Yancey, La Quinta Onda è l'opera seconda del regista J Blakeson dopo l'indie thriller del 2009 La scomparsa di Alice Creed con protagonista l'attrice Gemma Arterton. Misto di action per ragazzi, avventura e fantascienza, La Quinta Onda appare come l'ennesimo tassello del filone young adult applicato all'archetipo dell'invasione aliena. A seguito di quattro violenti attacchi che hanno quasi sterminato la popolazione terrestre, la giovane Cassie è in cerca del fratello minore, reclutato dall'esercito americano per combattere gli alieni. Ma quando la ragazza incontra Evan (Alex Roe) scoprirà la verità sull'invasione. Il film pare guardare fin troppo chiaramente a saghe sue simili, come Hunger Games, Divergent e anche The Giver. Ma La Quinta Onda, privo di una propria forza narrativa, assomiglia a un pastiche ben poco assemblato del nuovo cinema per ragazzi; a partire dall'eroina femminile, che non brilla per originalità e caratteristiche. Vengono uniti più immaginari, senza azzeccarne o sceglierne uno: dal futuro post-apocalittico, alla distopia fino a una visione elementare della fantascienza, con citazione innocua ma quasi delittuosa de L'invasione degli ultracorpi. La Quinta Onda fatica a sorprendere e a non risultare derivativo, sia nelle tematiche che girano attorno al racconto di formazione, alla libertà e alla speranza senza veicolare emozioni, sia nella gestione narrativa di una sceneggiatura annoiata e prevedibile nelle svolte e nei colpi di scena. Un film che arriva tardivo, in un panorama saturo di opere simili, e fa la figura scialba del fuori tempo massimo. Un film che non sa cosa raccontare e che non sembra avere nemmeno troppa voglia di farlo. Che non crede né nella storia né nei personaggi messi in scena. Difficile quindi che ci possa credere anche chi guarda.