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Kung Fu Panda 3

14/03/2016 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Kung Fu Panda 3

Era il 2008 quando la DreamWorks Animation lanciava sul mercato internazionale l'irriverente Kung Fu Panda, pellicola d'animazione che fondeva in modo indissolu

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Era il 2008 quando la DreamWorks Animation lanciava sul mercato internazionale l'irriverente Kung Fu Panda, pellicola d'animazione che fondeva in modo indissolubile dolcezza e comicità. Dopo due episodi di successo, la regista Jennifer Yuh Nelson si fa aiutare dall'esordiente Alessandro Carboni - story artist del precedente capitolo - per dirigere Kung Fu Panda 3 e raccontare il viaggio del protagonista alla ricerca di se stesso.


In qualità di Guerriero Dragone, Po viene scelto dal maestro Schifu per condividere i segreti dell'arte del kung fu con i 5 Cicloni. Il panda, però, non riesce a essere un bravo insegnante e cade ben presto nello sconforto. Quando l'universo invia un messaggio a Lì Chen, padre naturale di Po, per ricongiungersi con suo figlio, il guerriero si reca al villaggio segreto dei panda per scoprire la sua vera identità. Mentre il protagonista sta ritrovando la propria natura animale, però, il perfido Kai risorge dall'oltretomba per rubare il Chi, la forza vitale, dei più grandi guerrieri viventi e utilizzarlo per dominare il mondo. Po, allora, dovrà riuscire a insegnare l'arte del kung fu a tutti i membri della sua nuova comunità e fermare il villain prima che sia troppo tardi.


Ombre cinesi oscure e sfumati disegni a matita si intrecciano e si sovrappongono sin dai primi fotogrammi per introdurre lo spettatore nell'universo macchiettistico, ma arcaico, di cui fa parte il protagonista. Antiche leggende e cosmi remoti, infatti, si riversano nel mondo reale e ne modificano l'equilibrio già precario, sconvolgendo le vite di tutti i suoi abitanti. I colori freddi e le ambientazioni glaciali degli Inferi si contrappongono agli alberi fioriti e ai paesaggi illuminati dell'amena Cina, creando correnti vorticose che ne scompigliano le sempiterne certezze. E i dinamismi della macchina da presa seguono da vicino la ricerca interiore del protagonista, svelandone le insicurezze e l'intima fragilità nonostante la sua corporatura forte e massiccia. Utilizzando un'accurata CGI e una tridimensionalità esasperata, per enfatizzare le numerose gag tragicomiche in stile slapstick comedy, i due registi cercano di avvicinare gli spettatori alle vicende dei personaggi. Il legame che si instaura con i protagonisti è empatico ed emozionale. Kung Fu Panda 3 si rivela una pellicola simpatica e commovente, oltre che un vero e proprio romanzo di formazione di stampo moraleggiante.


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