Era il 2008 quando la DreamWorks Animation lanciava sul mercato internazionale l'irriverente Kung Fu Panda, pellicola d'animazione che fondeva in modo indissolubile dolcezza e comicità . Dopo due episodi di successo, la regista Jennifer Yuh Nelson si fa aiutare dall'esordiente Alessandro Carboni - story artist del precedente capitolo - per dirigere Kung Fu Panda 3 e raccontare il viaggio del protagonista alla ricerca di se stesso. In qualità di Guerriero Dragone, Po viene scelto dal maestro Schifu per condividere i segreti dell'arte del kung fu con i 5 Cicloni. Il panda, però, non riesce a essere un bravo insegnante e cade ben presto nello sconforto. Quando l'universo invia un messaggio a Lì Chen, padre naturale di Po, per ricongiungersi con suo figlio, il guerriero si reca al villaggio segreto dei panda per scoprire la sua vera identità . Mentre il protagonista sta ritrovando la propria natura animale, però, il perfido Kai risorge dall'oltretomba per rubare il Chi, la forza vitale, dei più grandi guerrieri viventi e utilizzarlo per dominare il mondo. Po, allora, dovrà riuscire a insegnare l'arte del kung fu a tutti i membri della sua nuova comunità e fermare il villain prima che sia troppo tardi. Ombre cinesi oscure e sfumati disegni a matita si intrecciano e si sovrappongono sin dai primi fotogrammi per introdurre lo spettatore nell'universo macchiettistico, ma arcaico, di cui fa parte il protagonista. Antiche leggende e cosmi remoti, infatti, si riversano nel mondo reale e ne modificano l'equilibrio già precario, sconvolgendo le vite di tutti i suoi abitanti. I colori freddi e le ambientazioni glaciali degli Inferi si contrappongono agli alberi fioriti e ai paesaggi illuminati dell'amena Cina, creando correnti vorticose che ne scompigliano le sempiterne certezze. E i dinamismi della macchina da presa seguono da vicino la ricerca interiore del protagonista, svelandone le insicurezze e l'intima fragilità nonostante la sua corporatura forte e massiccia. Utilizzando un'accurata CGI e una tridimensionalità esasperata, per enfatizzare le numerose gag tragicomiche in stile slapstick comedy, i due registi cercano di avvicinare gli spettatori alle vicende dei personaggi. Il legame che si instaura con i protagonisti è empatico ed emozionale. Kung Fu Panda 3 si rivela una pellicola simpatica e commovente, oltre che un vero e proprio romanzo di formazione di stampo moraleggiante.