Risale al 2008 l’omicidio di Larry King, quindicenne californiano ucciso con un colpo di pistola alla nuca dal suo compagno di liceo Brandon McInerney. Nei giorni precedenti al delitto, King aveva corteggiato il ragazzo che di lì a poco si sarebbe trasformato nel suo assassino. È a questo tremendo fatto di cronaca che liberamente si ispira Un bacio, romanzo dello scrittore, sceneggiatore e regista italiano Ivan Cotroneo. E dal libro è nato il film omonimo. Protagonisti della vicenda sono tre ragazzi che frequentano lo stesso liceo a Udine e che, a scuola, condividono il medesimo destino di outsiders. C’è Blu (Valentina Romani) - bella e intelligente ma considerata una "facile" - che si rifugia dietro una corazza apparentemente inscalfibile fatta di cinismo, di ribellione e di corse in motorino con le canzoni dei Placebo a tutto volume nelle orecchie. C’è Antonio (Leonardo Pazzagli) - schivo e silenzioso al punto da essere ritenuto uno stupido - che si divide tra gli allenamenti di pallacanestro e i giri in bicicletta, mentre nella solitudine della propria camera rimpiange il fratello Massimo, brillante e spigliato, scomparso prematuramente in un incidente stradale. C’è Lorenzo (Rimau Grillo Ritzberger), appena adottato da Renato (Thomas Trabacchi) e Stefania (Susy Laude) dopo che la famiglia precedente lo aveva rifiutato a causa della sua omosessualità : a scuola tutti lo prendono in giro, ma lui in tutta risposta cancella i compagni dal proprio campo visivo e si catapulta in un mondo immaginario in cui diventa una popstar adorata. Tra queste tre schegge impazzite nasce un’amicizia forte e disperata, salvifica come solo l’amicizia negli anni dell’adolescenza sa essere. Eppure, come spesso accade nel corso di questa età in cui ogni cosa è bianca o è nera, in cui felicità e dolore non conoscono misura, il dramma è in agguato. Sono tanti, e tutti significativi, i temi affrontati da Cotroneo con Un bacio: al centro c’è la giovinezza con le gioie e i dolori che essa si porta dietro. Ma ci sono anche l’omofobia, la paura del giudizio degli altri, la superficialità dilagante e cattiva dei sedici anni. A un occhio adulto il film può risultare, per certi tratti, ingenuo: sono tante le scene già viste, il richiamo al più riuscito Noi siamo infinito (Stephen Chbosky, 2012) appare talvolta sfacciato. Alcuni meccanismi narrativi, trasportati dal libro alla pellicola, non funzionano perfettamente. Eppure, malgrado questi difetti, Un bacio è un film importante per il pubblico di adolescenti al quale si rivolge: un film coinvolgente che veicola con forza un messaggio chiaro; un messaggio che in un Paese come il nostro è ancora necessario veicolare, purtroppo.