Lucia (Margherita Buy) e Fabiola (Claudia Gerini), hanno in comune solo l’amore per lo stesso uomo: Paolo. La prima lavora con gli animali e basa la quotidianità sulla meditazione; l’altra, capo di un’agenzia immobiliare di lusso, è un’opportunista per definizione. Sebbene rivali, sono costrette a unire le forze dal momento in cui il loro uomo, passato a miglior vita, le invita a prendersi cura congiuntamente di suo figlio, avuto da un’ulteriore relazione. Nemiche per la pelle è una commedia che mette in luce le complessità dell'essere madre, ridisegnate di fronte a una nuova determinazione sociale della donna e del suo ruolo evoluto nella società stessa. Il diventare madri oggi è una responsabilità apparentemente più articolata rispetto a un tempo: non è più una scelta obbligata e in molti casi influenza la carriera professionale proprio nel periodo più importante. Sfaccettature di una cultura sociale in continuo mutamento, messe in luce dalla regia di Luca Lucini che evidenzia le differenze di personalità e di classe sociale che convergono nel momento in cui bisogna far spazio a qualcun altro, in tal caso un bambino acquisito che merita amore e attenzioni. Le due donne nascondono, con atteggiamenti opposti, le loro fragilità caratteriali plasmandosi alle esigenze del piccolo che funge da collante in un rapporto inizialmente atipico. Emerge anche l’elasticità del rapporto matrimoniale: siamo di fronte a due esempi di femminilità libera, che si realizzano al di là delle figure maschili che hanno accanto. Non è un caso, infatti, che Giampaolo Morelli e Paolo Clabresi – gli uomini del film – siano relegati a un ruolo secondario ma fondamentale, in grado di sviscerare l’aspetto volitivo che contraddistingue le mamme. Un prodotto scorrevole e privo di inutili virtuosismi che avrebbero tolto forza alla sceneggiatura. Traspare un tono da commedia carico e deciso, che strizza l’occhio a temi importanti come la stepchild adoption e punto l'obiettivo su un'idea di famiglia diversa da quella classica. Un ritratto del mondo in divenire; un mix di generazioni, canoni e stilemi che culmina nell’unione più spontanea di fronte al sorriso dell’esordiente Jasper Cabal che, nonostante la giovane età , si dimostra un professionista capace di empatizzare con le attrici protagoniste per dare quel tocco di credibilità in più a tutta l’opera cinematografica.