Nell'estate del 1963 il trentenne Francois Truffaut è la punta di diamante della Nouvelle Vague. Alfred Hitchcock invece di anni ne ha sessantatre e per lui il cinema non ha segreti. Ad accomunarli è la sconfinata passione per l'arte. Già trascritta dettagliatamente proprio dal giovane Francois nel libro cult Il cinema secondo Hitchcock, il regista americano Kent Jones porta sul grande schermo la conversazione avvenuta tra i due cineasti negli studios della Universal; intervista nata dalla curiosità e dall'ammirazione del giovane per il maestro del thriller (Hitchcock all'epoca lavorava al suo quattordicesimo film, Gli uccelli). Una chiacchierata edificante, destinata a rivalutare non soltanto l'approccio nei confronti di uno dei più complessi cineasti esistiti ma anche le regole e i presupposti del fare cinema. Kent Jones rende omaggio a Hitchcock a partire dai titoli di testa, che nella grafica ricordano quelli di Psycho; successivamente alterna le lezioni dei maestri di oggi, tra i quali Martin Scorsese, David Fincher, Peter Bogdanovich, Richard Linklater e Wes Anderson. Non manca di documentare la "poetica hitchcockiana" inserendo brevi sequenze di alcuni dei lavori - muti e sonori - più eclettici: come La donna che visse due volte, cui Hitchcock fu particolarmente legato nonostante l'infelice riscontro al botteghino; o ancora Vertigo, La finestra sul cortile, entrambe le versioni di L'uomo che sapeva troppo e infine Psycho, con cui terrorizzò milioni e milioni di spettatori. Jones racconta per immagini e dialoghi Hitchcock/Truffaut ottenendo un risultato fedele all'operato del regista francese che, insieme a pochi altri, ebbe l'occasione di conoscere nel profondo i due Hitchcock. Hitchcock l'artista: maestro della suspense e teorico dello spazio, capace di destabilizzare il pubblico impiegando oggetti ordinari come una chiave, una corda, o un bicchiere luminescente in maniera atipica. Hitchcock, l'uomo: un cinico che considera gli attori "bestiame" e il pubblico un "branco di imbabolati". E come ogni uomo anch'egli cela paure e incertezze trascinate negli anni, ne è l'esempio il pensiero timoroso - o paranoico - di essere etichettato come banale intrattenitore della folla. Hitchcock/Truffaut racconta, anche se in chiave volutamente opaca, gli stratagemmi e le curiosità di una delle figure più autorevoli ed emblematiche di Hollywood. Il film, così come il libro, è un vero gioiello per esperti e amatori.