Alex (Diego Germini) è arrivato dal "nord" nella periferia romana. Vive con il padre e la sorella una vita difficile ma ha un sogno: diventare un grande rapper, anzi "un Re tra i rapper", così da poter scappare da quella realtà povera a cui è abituato. La passione per l’hip hop, che condivide con il suo migliore amico Marco (Jacopo Olmo Antinori), con cui forma gli Anti, lo porta al Brancaleone - famoso centro sociale della Capitale - e durante un’esibizione corale viene notato da Sante (Salvatore Esposito), produttore discografico famosissimo nell’ambiente, che decide di lanciarlo sul mercato discografico col nome di “Zeta”. Quest’avvenimento stravolgerà la vita del ragazzo e gli farà comprendere cosa vuol dire avere successo. Zeta è una storia d’amore. Un amore sofferto, cercato e voluto a ogni costo, che ha nella musica e nel rap il suo fondamento. Cosimo Alemà, forte dell'esperienza da affermato videomaker dell’ambiente Hip Hop italiano, porta sugli schermi un’opera musicale che attinge dai fasti americani di 8 Mile e Straight Outta Compton con un pizzico di passione casereccia. A rendere il tutto credibile, portando quella che nel linguaggio Mc viene definita “street credibility”, è l’ampio numero di artisti della scena rap italiana che hanno preso parte al progetto: da Fedez a J-Ax passando per Salmo e Clementino, ma anche Ensi, Shade, Rancore, Baby K, LowLow, Briga, Tormento, Noyz Narcos, Shablo, Metal Carter e Rocco Hunt. Tutti uniti per diffondere una cultura che nasce negli USA ma si sta diffondendo in maniera capillare anche in Italia. Rap battle, esibizioni inedite e coreografie in una cornice inusuale: una Roma sconosciuta che guarda alle zone d’ombra, che scava nel torbido di Corviale e Tor Bella Monaca, per far risaltare il lato oscuro della bellezza. La scelta dei luoghi completa il senso del film e fa comprendere quanto il successo possa essere effimero di fronte a una realtà disarmante. Si evince quanto i giovani trovino un modo per evadere da quei luoghi tetri e poco rassicuranti, attraverso le “barre” (strofe) di una canzone. Un’alternativa sociale dove ci si batte con la forza delle parole, affilate come le lame che tanti - troppi - ragazzi come Zeta sono costretti a vedere quotidianamente. E il rap è, allora, nettare salvifico per un mondo sempre più barbaro. Alemà confeziona un vero e proprio spaccato di vita quasi come fosse un racconto epico, capace di fornire una morale netta e precisa, tramite versi che scorrono sul beat.