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Grotto

21/04/2016 10:00

Samantha Ruboni

Recensione Film,

Grotto

Come rito di iniziazione, per diventare parte di un gruppetto affiatato, Carlo (Samuele Biscossi) entra in una chiesa abbandonata per rubare il teschio di una r

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Come rito di iniziazione, per diventare parte di un gruppetto affiatato, Carlo (Samuele Biscossi) entra in una chiesa abbandonata per rubare il teschio di una reliquia. Ma a un tratto il pavimento cede e Carlo cade in una voragine. Lì per lì Luca (Christian Roberto), Aldo (Gabriele Fiore) e Michele (Leonardo Similaro) decidono di scappare ma, grazie all'intervento di Chiara (Iris Caporuscio) e alla sua intraprendenza, anche gli amici si lanciano nella voragine. Si scopre che al di sotto della chiesa c'è un'immensa grotta composta da stalattiti e stalagmiti, dove abita una strana creatura di nome Grotto, con strani poteri curativi e un altrettanto curioso modo di parlare. Grazie a lui il gruppo riuscirà a trovare la via di casa e un'esperienza che li unirà per sempre.


Vincitore del Giffoni Film Festival 2015, fascia 6-12 anni, Grotto è scritto, ideato e diretto dall'esordiente Micol Pallucca. La storia vuole narrare la difficoltà di un bambino nei rapporti di amicizia, tra buoni sentimenti, suspance e risate. Sono presenti tutti i personaggi stereotipati del genere: dal secchione che fa di tutto per essere accettato al bambino mangione e rotondetto - al quale vengono affidate le gag divertenti - sino ai bulletti e alla ragazzina decisa e coraggiosa che cambia le sorti del gruppo e si innamora del leader di turno.


Di certo non viene apportata nessuna novità al genere. La trama è banale e scontata e ricorda molto da vicino un parente di molto più successo degli anni '80, I Goonies (1985): anche lì un gruppo di amici, più o meno così formato, scendeva in un grotta e trovava un mostriciattolo che di primo acchito terrorizza e poi fa tenerezza. Sicuramente, tematica comune a questi film è la visione della natura incontaminata come culla di mistero e avventure. In questo caso, la bellissima cornice della pellicola sono le Grotte di Frasassi, vere e proprie protagoniste del film. Qui Grotto, stalagmite vivente, si esprime con versi gutturali che imbarazzano un po' il pubblico. Si capisce la volontà di riprodurre, nel suono della “voce”, i rumori che possiamo trovare nelle caverne con molto silenzio, ma di certo l'idea di dare a questi suoni un rumore di flatulenza non pare la scelta migliore. Forse l'idea farà ridere i bambini, ma diventa di cattivo gusto col lungo andare. Anche gli effetti speciali che compongono il film non sono tra i migliori, tra cui l'artificialità accentuata anche in Grotto stesso. Il personaggio non viene ben sviluppato e alcune peculiarità rimangono in sospeso: come il raggio puntato contro Michele nella sua prima apparizione, mai più menzionato per tutta la seconda parte del film, che rimane così senza spiegazione e senza un fine o origine concreta. I piccoli attori regalano sicuramente una recitazione acerba - dovuta giustamente alla giovane età - che il ridoppiaggio peggiora in un fastidioso risultato da spot pubblicitario. Il film risulta sicuramente piacevole per un pubblico di giovane età, che troverà spassose le gag molto semplici ma anche la storia di amicizia che si viene a formare - tra alti e bassi - all'interno della grotta.


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