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Kill Bill: Volume 2

07/06/2009 11:00

Ivan Zulberti

Recensione Film, Film Arti Marziali, kill bill,

Kill Bill: Volume 2

La Sposa è tornata per portare finalmente a termine la sua vendetta

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La Sposa è tornata per portare finalmente a termine la sua vendetta. E questa volta sarà il turno degli ultimi della lista, fino a Bill. A un anno di distanza dall’uscita del primo capitolo, finalmente l’attesa dei fan viene ripagata e Quentin Tarantino conclude quanto aveva iniziato, regalando al pubblico di tutto il mondo un indimenticabile secondo episodio: ennesima dimostrazione di una passione cinefila piena di vita.


Il primo capitolo era decisamente adrenalinico, ricco di azione, con sangue a fiumi e duelli acrobatici irresistibili; questa volta Quentin Tarantino sceglie di rallentare il ritmo, dando maggior peso ai dialoghi (irresistibile il monologo di David Carradine sulla dualità dei supereroi) e in generale allo scavo psicologico dei propri personaggi. Se il primo film proponeva delle domande e contribuiva a creare l’intelaiatura generale del mondo nel quale si muove La Sposa, è solo con questo secondo capitolo che arrivano tutte le risposte. Le scene d’azione certo non mancano e anche in quest’occasione sono impeccabili, ma stavolta si ha modo di conoscere più a fondo il passato della protagonista, il suo rapporto con Bill e le motivazioni che la spinsero a cambiar vita. Il citazionismo e gli omaggi come nel primo – il cui termine di riferimento era soprattutto il Giappone e il mondo orientale – non mancano, ma con un’influenza senza dubbio più occidentale, in particolare scegliendo di rivolgere maggior attenzione allo spaghetti western. I ritmi dilatati richiamano da vicino il cinema di Sergio Leone e la scelta di brani di Ennio Morricone contribuisce a ricreare le celebri atmosfere della Trilogia del Dollaro. C’è ancora qualche eco del modo di girare dei fratelli Shaw, in particolare nelle scene dell’addestramento della protagonista, dove un magistrale Gordon Liu, monaco guerriero eroe di innumerevoli film di kung fu, interpreta il ruolo dello spietato ed inflessibile Pai Mei, altra figura leggendaria del cinema d’azione orientale. E infine, viene proposto ancora un riferimento alla cultura manga, con un finale che strizza l’occhio al personaggio di Kenshiro e alle tecniche della “Divina scuola di Hokuto”.


Infine nota di merito all’antagonista eponimo, il Bill da uccidere, un David Carradine forse all’interpretazione migliore della sua lunga carriera. L’indimenticato protagonista della serie televisiva degli anni ’70 Kung Fu, con il viso rugoso, così espressivo e fortemente umano, sfodera per l’occasione una prestazione davvero epocale, entrando di diritto nell’immaginario collettivo con il ruolo cucitogli su misura da Tarantino. Uma Thurman si dimostra di nuovo estremamente convincente – non a caso il personaggio della Sposa nasce proprio da una sua idea – ma lo stesso discorso vale per l’intero cast, con menzione d’onore per il ritorno di Michael Madsen sotto la direzione del regista di Knoxville, a dieci anni di distanza dal sadico Mr. Blonde de Le Iene. Ottima anche la performance di Daryl Hannah, la quale incarna alla perfezione una donna killer assolutamente spietata e priva di scrupoli, e protagonista del duello principale dell’intera pellicola, l’epico scontro delle due amazzoni bionde all’interno della roulotte di Budd. Un duello violento, scandito dall’emozionante musica di Morricone, che certo non fa rimpiangere l’indimenticabile “Resa dei conti alla Casa delle Foglie Blu” del primo episodio. Sostanzioso ed efficace anche il contributo di Robert Rodriguez, che si affianca a The Rza dei Wu-Tang Clan per comporre le musiche originali, contribuendo a creare l’atmosfera adatta per una vicenda di sudore e sangue, una storia di vendetta sui generis da antologia. Tarantino si riconferma un regista di talento, e conclude un’opera originale e maestosa, infarcita di citazionismo ed esagerazioni volute, mantenendo i tratti della commistione di generi e della destrutturazione della sequenza a lui tanto cari; ma attraverso questo secondo capitolo raggiunge una nuova dimensione a livello di profondità narrativa, andando a completare idealmente ciò che mancava nel primo episodio e di fatto sancendo una storia emozionante ed avvincente destinata a influenzare il cinema a venire.


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