Boris (Larry David), è un ex fisico di fama mondiale che dopo diversi fallimenti – quello professionale, quello del proprio matrimonio, fallisce anche un tentativo di suicidio – si rintana a Downtown a insegnare (e insultare) ai ragazzini del quartiere a giocare a scacchi. Cinico, lamentevole e misantropo, passa le sue giornate al bar a lagnarsi con gli amici sull’inutilità del mondo e delle aspirazioni umane, nonché sull’entropia e il caos nell’universo. Una notte però il caso sconvolge la sua routine. Incontra Melody (Evan Rachel Wood), una ragazzina del Mississipi, fuggita di casa che sporca ed affamata, gli chiede qualcosa da mangiare. Boris, malvolentieri, la lascia entrare, ma solo per una notte, ed è così che la ragazza si stabilisce nello squallido appartamento del “genio in pensione”. Melody si prende cura di Boris che gradualmente si affeziona alla ragazza e decide di sposarla. Tutto sembra migliorare per l’insolita coppia, ma l’agguato è dietro la porta: la madre di Melody (Patricia Clarkson) decide arbitrariamente di stabilirsi a casa dei neo sposini. Si genereranno situazioni bizzarre, intrecci insoliti e gag degne del genio sottile di Allen. Dopo la parentesi europea, Woody Allen torna a girare a Manhattan, per quello che sembra un ritorno alle sue amate commedie di un tempo. Basta che funzioni rappresenta l’atteggiamento che il regista consiglia ai suoi spettatori: è un affrontare la vita senza pregiudizi, accettando qualsiasi mezzo e scegliendo qualsiasi via per ottenere la felicità. Allen riesce a comunicarlo grazie alla messa in scena di situazioni quotidiane, anche se insolite, e una caratterizzazione dei personaggi che tentano diverse vie, percorrono intrecci differenti con l’unico scopo di raggiungere il sorriso. Sono persone infelici che arrivano a mettersi in discussione, raggiungono la stessa soluzione e cominciano una nuova vita. Larry David, che aveva già ricoperto dei piccoli ruoli in Radio Days e New York Stories, si dimostra all’altezza del ruolo affidato e a tratti annulla la distanza creativa tra Allen e il suo alter ego. La brillante sceneggiatura e i dialoghi scoppiettanti dettano i tempi del film, lo scandiscono in lunghe sequenze teatrali, e dominate dall’abilità degli attori e da battute memorabili. Questo basta a rendere la pellicola una commedia divertente, un turbine di folgoranti e ilari situazioni comiche: Boris è l’Allen che siamo abituati ad ascoltare, con le sue esasperate e monologanti nevrosi, invecchiato ma forse più sereno, sicuramente non rassegnato.