«Mentre mostravamo REC al pubblico, diverse persone hanno sottolineato dettagli che noi stessi non avevamo pensato. REC 2 si deve soprattutto agli spettatori che hanno fatto vivere il primo episodio, alla loro immaginazione e al loro entusiasmo. Sono loro che l'hanno creato». Tutto è possibile, per carità : ma le parole scelte da Jaume Balaguerò e Paco Plaza per presentare REC 2 (poco più di un anno di distanza dal primo episodio) sembrano quantomeno curiose; soprattutto per chi si ricorda del (discutibile) finale con cui si chiudeva REC, che aggiungeva fuori tempo massimo interrogativi e potenziali chiavi di lettura alternative destinati a restare irrisolti in assenza, appunto, di un sequel. Conseguentemente, il film riprenderà esattamente dove il primo episodio (che, l'avrete capito, vi converrà aver visto, pena perdersi vari aspetti della trama e riferimenti sparsi qua e là ) ci aveva lasciati, cioè in quel condominio dove varie creature (possedute? contagiate?) durante gli ottanta minuti di •REC facevano una strage di vigili del fuoco, condòmini e troupe televisiva munita di telecamera. In loro sostituzione troveremo militari, ragazzini finiti lì per sbaglio, un misterioso prete (c'è un esorcismo di mezzo), la cui buona parte di questi sarà inevitabilmente vittima del massacro. La continuità con il primo film si riflette anche sulle soluzioni formali: rimane inalterato lo stile handycam (con giustificazioni narrative alle volte grottesche), così come le modalità scelte dai registi per spaventare lo spettatore. Ma se Balaguerò e Plaza da questo punto di vista - anche grazie all'esperienza maturata col primo episodio - dimostrano di possedere un buon mestiere del gestire la formula, i due sembrano andare più in difficoltà nella gestione della trama: la necessità di sciogliere il nodo narrativo da loro stessi creato li porta infatti ad aggiungere personaggi che vanno dall'insulso all'insopportabile, articolando ulteriormente la trama in modo forzoso talvolta controverso. Ma si tratta, in fin dei conti, di un'osservazione marginale; la formula adottata dai due cineasti rimane vincente (anche se l'alto rischio di serialità ci fa mantenere qualche riserva) e REC 2, al di là di qualche incertezza narrativa, convince, spaventa e diverte.