Hachiko è un cucciolo di razza Akita che, smarrito alla stazione, finisce tra i piedi del professor Parker (Richard Gere). Tra i due si crea un’unione magica, tanto che il cagnolino, pur di non perdere un solo istante insieme al suo amico, lo accompagna ogni giorno alla stazione e sentendo il treno del ritorno lo va ad accogliere all’uscita passeggeri. Un giorno però, durante una lezione, il professor Parker viene colto da un infarto e non uscirà più da quella porta a vetri. Hachiko non demorde e decide di aspettarlo, nello stesso posto, ogni giorno, tutti i giorni, per sempre. Basato sulla vera storia di Hachiko, cane di razza Akita vissuto negli anni ‘20, e remake di Hachiko Monogatari, film giapponese del 1987, A Dog’s story è un film che riesce a commuovere qualsiasi spettatore. Il regista Lasse Hallstrom, (Chocolat, Le regole della casa del sidro, Buon compleanno Mr. Grape) dirige bene l’espressivo e amabile esemplare, lo dota di una vera soggettiva, realistica, capace di donare impressioni e punti di vista. Nel narrare la quotidianità di Hachiko, Hallstrom descrive la quotidianità della piccola comunità che si raccoglie intorno alla stazione, che fa da contorno alle giornate pazienti del piccolo Akita. Numerosi i primi piani sulle espressioni di Hachiko che, come un attore professionista, comunica una forte emotività e lascia trasparire sentimenti dalla grande portata, senza l’uso (sopravvalutato il più delle volte) della parola. Intensa la scena in cui consegna per la prima volta alla stazione la pallina a Parker, che non tornerà mai più a riconsegnargliela. Bravo, nel suo ruolo di co-protagonista, Richard Gere che, in modo molto naturale, divide divano e vasca da bagno con il fedele quattro zampe. Anche la relazione con sua moglie (Joan Allen) è intensa e commovente, sfumata in effluvi di pura dolcezza. Deliziosa e struggente la colonna sonora, in cui si contraddistinguono suonate al pianoforte davvero toccanti. Presentato fuori concorso nella sezione Alice nella città del “Festival internazionale del Cinema di Roma”, la pellicola ha commosso l’intera sala, ed è stato uno dei “casi” della manifestazione. È un film che vuole emozionare e riesce nel suo intento: consigliato a chiunque, soprattutto a chi ancora non crede che gli animali possano provare dei sentimenti, anche d’amore eterno.