I marziani hanno deciso di invadere la Terra perché il loro pianeta è diventato invivibile e la razza umana è costretta ad affrontare una dura guerra per la sopravvivenza. Anche Ray Ferrier (Tom Cruise), ormai da tempo separato dalla sua famiglia, si trova coinvolto nella battaglia per difendere a tutti i costi i suoi figli dai violenti attacchi degli extra-terrestri... La ventitreesima pellicola dell’inimitabile carriera di Steven Spielberg è la trasposizione cinematografica del racconto di Herbert George Wells, la seconda dopo l’omonimo film del 1953 di Byron Haskin. La sceneggiatura è fedele al materiale originale; sono coerenti e necessarie le poche attualizzazioni - la più evidente è la paura dei fantasmi del terrorismo - che caratterizzano questa moderna versione della storia. Il film è di una linearità apparentemente banale, la cui trama, semplice e minimalista, affronta le vicende di un singolo nucleo familiare in un piccolo borgo del New Jersey. Non ha la portata catastrofica di Indipendence Day, piuttosto si fonda sulla forza emotiva dei sentimenti, come nella migliore tradizione spielberghiana. Indubbiamente il pregio migliore della pellicola risiede nell'apporto di Janusz Kaminski (fidato direttore della fotografia di Spielberg) e nel magnifico impatto visivo e metaforico delle sue immagini. Purtroppo tale bellezza viene sminuita da una sceneggiatura che stenta a mantenere costante la tensione; eccezion fatta per alcune sequenze dominate da Tim Robbins (Le ali della libertà ). Notevoli anche le interpretazioni di Dakota Fanning e Justin Chatwin, mentre la colonna sonora di John Williams non lascia il segno. La guerra dei mondi è puro intrattenimento hollywoodiano e funziona esclusivamente se visto in questa chiave: l’unico obbiettivo resta quello di coinvolgere, appassionare e stupire lo spettatore, ed in questo è assolutamente meraviglioso.