Il tempo si ferma nel quartiere bohemien di La Boca a Buenos Aires. Si ferma di fronte alla storia di due fratelli che si incontrano, all’interno di un mondo creato apposta per loro, dentro un’autentica opera d’arte che nasconde l’essenza del cinema, nel passato e presente del suo protagonista, Tetro. Benjamin è alle soglie del suo diciottesimo anno di età e decide di dare una svolta esistenziale alla sua vita andando a cercare suo fratello maggiore Angelo, scappato di casa molti anni prima. La figura “mitica” che Benjamin ricordava - artista brillante e di successo – è adesso soppiantata da quella di Tetro (come si fa chiamare adesso Angie dall’abbreviazione del cognome): uomo cupo, aggressivo, geniale e tormentato, un eroe maledetto che non è assolutamente intenzionato a condividere il proprio passato con l’ultimogenito, piombato dai ricordi in cerca di risposte. La storia di formazione di Bennie sarà quindi ostacolata dalla personalità incompiuta di Tetro, dal triste e sentito rifiuto del fratello maggiore nei confronti della sua famiglia, divisa da antagonismi e rivalità che confluiscono nella figura del sacro e odiato padre Carlo Tetrocini, famoso direttore d’orchestra, che opprime e sopprime con il suo enorme ego tutte le velleità artistiche e personali di ogni sfortunato membro della famiglia. Il dolore e il risentimento di Tetro nei confronti della figura paterna, non impediranno però a Bennie di oltrepassare le barriere imposte dal fratello. L’incontro tra i due diventerà commedia e verità, prenderà le forme di un passato accecante che li obbligherà a fare i conti con un inevitabile destino comune. Terzo lungometraggio scritto e diretto interamente (è suo anche il soggetto originale) da Francis Ford Coppola, Segreti di famiglia (Tetro), oltre ad essere l’opera maggiormente autobiografica di uno dei registi più famosi al mondo, è senza dubbio un’autentica opera d’arte all’interno del panorama cinematografico contemporaneo. La famiglia di artisti in contrasto di cui parla Coppola rimanda alla vita reale del regista, ma quello che stupisce, più delle connessioni biografiche rintracciabili all’interno della sceneggiatura, sono le scelte stilistiche e autoriali che caratterizzano l’intera opera e che ci fanno rivivere le atmosfere del grande cinema d’autore, sensazioni che rivitalizzano la figura di Coppola e che accostano idealmente Tetro più al panorama delle opere prime che al consolidamento di una grande carriera artistica. A partire dal bianco e nero, per passare attraverso il simbolismo ed approdare al 16:9, Tetro prende le forme di un quadro, di un manoscritto, di un’opera teatrale, di una sinfonia musicale, ma soprattutto di un grande e sentito, perché personale, omaggio alla storia del cinema: un tributo d’autore che ricorda allo spettatore il vero significato del termine “settima arte”.