Stephanie Meyer riporta in auge la potenza dell’amore di Romeo e Giulietta, attualizzandone e rinnovandone i contenuti, adattandoli al mondo giovanile dei nostri giorni. Sebbene Twilight sia scritto con una prosa eccessivamente semplicistica e volutamente condita di tutti i cliché ruotanti attorno al mondo degli adolescenti, l’idea è senz’altro vincente, ed è su questa che si basa il film tratto dall’omonimo romanzo. Bella Swann si trasferisce nella cittadina di Forks per iniziare una nuova vita con suo padre. Mentre i due cercano timidamente di avvicinarsi l’uno all’altra, la ragazza si adatta pian piano al nuovo clima, i nuovi ritmi, i nuovi amici. E, proprio laggiù, le capita di venire letteralmente impigliata nella rete amorosa di Edward Cullen, uno dei membri di un antico clan di vampiri che vive in città. La spettrale famiglia vive in mezzo agli altri come fossero persone qualunque, perché i Cullen hanno scelto di essere “vegetariani”, ovvero cibarsi solo di animali. La loro storia d’amore sembra impossibile. Stare troppo vicino ad un’umana, tra l’altro con un odore particolarmente invitante, è per Edward fonte di enorme frustrazione e un pericolo costante per Bella. Ma, mentre con l’avanzare dei giorni, Edward e Bella combattono per contenere le rispettive pulsioni, riuscendo in un qualche modo a dare un senso alle loro vite insieme, qualcosa di malvagio perseguita la città e minaccia di distruggere quest’amore proprio al suo inizio. Twilight è una favola dark. Mentre il film era in lavorazione (tra l’altro con un budget piuttosto basso), il fenomeno editoriale della storia è scoppiato prima su internet, moltiplicando di giorno in giorno i seguaci dei due innamorati, per poi passare all’uscita sul grande schermo, che, a quel punto, era così tanto attesa da far incassare alla pellicola inverosimilmente più di quanto ci si potesse aspettare, e preparando il terreno per i sequel già annunciati. La regista Catherine Hardwicke ha cercato di ricreare l’atmosfera puramente fanciullesca del libro, riuscendovi fino all’esagerazione. E tuttavia è forse proprio questo l’aspetto più travolgente di Twilight: quanto sia sfacciatamente adolescenziale. Laddove la maggior parte dei teen-movies osserva l'azione da una distanza riservata, portata dall'età e l'esperienza, la Hardwick va a scavare proprio in quel pantano emotivo dell’adolescenza con i suoi turbamenti. Bella appare petulante, come se non riuscisse a controllare e gestire la situazione, ed Edward risulta a volte eccessivo e quasi maniacale, nel suo volerla proteggere. In un certo senso, proprio queste loro tendenze autodistruttive, smentiscono la natura patinata del film. Accentuare la natura della malsana relazione tra i due protagonisti è la mossa vincente per dare a questo sentimento un’enfasi che altrimenti risulterebbe infantile. Non solo viene mostrata la lotta dei personaggi con i loro desideri – come la sofferenza di Bella nel realizzare che una delle conseguenze di questa relazione sia la perdita di una vita normale e degli amici – ma l’intero film è combattuto in un caos appena controllato. Ciò, probabilmente, deriva dall’obbiettivo, tra l’altro perfettamente raggiunto, di rispettare al massimo scene e situazioni del romanzo: ma non si potevano condensare pagine e pagine di descrizioni emotive in neanche due ore, senza risultare affrettati e traballanti. I due protagonisti, Kristen Stewart (Into the Wild) e Robert Pattison sono bellissimi e perfetti nei rispettivi ruoli, così come tutta la scelta della famiglia Cullen. Il cattivo James, interpretato da Cam Gigandet (Never Back Down), ha un ruolo più rilevante rispetto al romanzo, risultando convincente nell’adattamento della sceneggiatura. Proprio grazie all’indubbia bellezza dei due protagonisti, la regista riesce a far parlare gli occhi e i pensieri di Bella ed Edward, così come accade nelle parole del libro. Tutta la prima parte del film, in cui i due si conoscono, si attraggono, si respingono e si innamorano, è la più riuscita, perché emerge l’introspezione dei personaggi che la Meyer ha saputo sapientemente costruire. Dove il film manca, è invece nelle scene d’azione, che nel libro sono lasciate alla nostra immaginazione – e sono comunque meno significative – mentre qui risentono della limitatezza del budget, che rende gli effetti artificiosi e quasi antiquati (come la corsa a super velocità di Edward e i combattimenti con James). Rispetto al libro, anche tutto il mondo che ruota intorno a Bella ed Edward viene trattato con superficialità, pescando a piene mani dai teen drama televisivi: la scelta di porre i due giovani al centro della scena per tutto il film risulta infine eccessiva. Grande operazione commerciale, sebbene non preventivata in maniera così eclatante, Twilight va goduto più come un’esplorazione del fenomeno che si è creato intorno ai libri della Meyer: un intrattenimento senza grosse pretese. Se vi affascinano i vampiri teenagers con uniformi da baseball strette come seconde pelli, amori impossibili, o fatui nosferatu rasta che fluttuano nella nebbia, allora questo è il film per voi.