Come al solito, a cadenza biennale, sotto l’albero di Natale ci attende il CinePieraccione. Il regista toscano si affida alla sua ormai stracollaudata squadra che vede l'amico Giovanni Veronesi collaborare alla sceneggiatura, mentre sul set recita con i compagni di mille avventure Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo, oltre a Barbara Tabita e Francesco Guccini (Ti amo in tutte le lingue del mondo e Una moglie bellissima). Da I laureati in poi Pieraccioni è assoluta garanzia di successo: perché dunque cambiare? E allora il nostro non si fa pregare per riproporci la sua classica commedia in salsa toscana, leggera e mai volgare, con un protagonista in perenne crisi sentimentale. Stavolta però Leonardo sceglie una chiave di lettura sognante e surreale, scomodando addirittura il fantasma della più grande icona cinematografica femminile di ogni tempo: Marilyn Monroe. Gualtiero (Leonardo Pieraccioni), manutentore di piscine, è ancora innamorato dell’ex moglie Ramona (Barbara Tabita), ora compagna del focoso domatore di circo Pasquale (Biagio Izzo), e non si rassegna nemmeno a vedere con il contagocce l’adorata figlia Martina (Marta Gastini). Incuriosito dai discorsi sulle sedute spiritiche della sua anziana vicina di casa, decide di farne una facendosi aiutare da suo cugino omosessuale Massimo (Massimo Ceccherini) e dal suo compagno Petronio (Luca Laurenti). Risultato: il fantasma della compianta Norma Jean Baker (Suzie Kennedy, sua sosia di mestiere) gli appare, visibile solo a lui. Dopo l’iniziale smarrimento e la visita forzata al commissario dei carabinieri (Francesco Pannofino), Gualtiero incontra dallo psicologo (Francesco Guccini) il folle Arnolfo (Rocco Papaleo) che lo convince della “realtà” della sua esperienza. Accettata la presenza di Marilyn, la “bomba bionda” aiuta Gualtiero a cercare di riprendersi la sua famiglia. L’artificio scelto da Leonardo Pieraccioni fa balzare subito alla mente - come ha ricordato lo stesso regista in conferenza stampa - l’arcinoto Provaci ancora, Sam e il rapporto tra Woody Allen e Humphrey Bogart, o ancora il contemporaneo Il mio amico Eric di Ken Loach. Dopo un inizio francamente stucchevole simile a tante altre (scontate) commedie degli equivoci, il film sale di tono e diverte senza risultare esagerato o sguaiato, regalandoci anche un Pieraccioni diverso, più maturo; meno eterno innamorato e più padre. Centrale nella vicenda, più che il ruolo di Marilyn o di Ramona, è quello della figlia Martina. Simpatici e accattivanti i personaggi: divertenti i duetti tra Ceccherini e il gelosissimo Luca Laurenti, sempre più sorprendente Francesco Pannofino, una sicurezza Papaleo. E ci guadagna decisamente il bravo Biagio Izzo dal passaggio dai cinepanettoni di Parenti e Vanzina a quelli del regista fiorentino. Per tutta la pellicola aleggia il personaggio della Monroe, vestita con l’Abito di Marilyn per eccellenza, quello bianco di Quando la moglie è in vacanza: una sorta di fata turchina svampita, una guida che permette a Gualtiero di liberarsi dalle sue paure. Finale molto particolare, che non ci aspetterebbe da Pieraccioni e che forse non tutti coglieranno. Per chi, sotto Natale, vuole concedersi un’ora e mezza di divertimento spensierato, il classico appuntamento da non mancare.