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Alvin superstar 2

03/02/2010 12:00

Stefano Camaioni

Recensione Film, Film Musicale, Alvin Superstar,

Alvin superstar 2

I Chipmunks sono tornati, più esaltati che mai e con una schiera di fan pronti come sempre ad osannarli...

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I Chipmunks sono tornati, più esaltati che mai e con una schiera di fan pronti come sempre ad osannarli. Un incidente ha costretto Dave a restare in un ospedale parigino e, loro malgrado, i tre scoiattoli si trovano a vivere sotto la responsabilità del giovane Toby, cugino di Dave, nerd colossale ed inetto mammone. Iniziano, oltretutto, a frequentare le scuole superiori dove Alvin, grazie al suo carisma, riesce immediatamente a guadagnarsi un posto di favore tra i tipi più cool della scuola. Contemporaneamente il loro acerrimo nemico Ian (David Cross), portato alla rovina nel primo capitolo, cerca di riscattarsi e si ritrova tra le mani, come per miracolo, un trio di scoiattoline parlanti dalle voci portentose che prendono immediatamente il nome di Cheapettes. Deciso a lanciarle nel mondo dello spettacolo per godere dei frutti economici che le tre possono offrirgli, il perfido Ian non si farà scrupoli per abbattare Alvin e i suoi fratelli.


Era quasi impossibile ma ce l'hanno fatta: Alvin superstar 2 riesce a surclassare, in quanto a bruttura, il primo terribile capitolo. Privo di ogni forma etica se non un retorico senso dell'amicizia, il film sembra un manifesto pubblicitario di cantanti di successo e prodotti di consumo e, come se non bastasse, si sforza di far ridere senza riuscire minimamente nell'intento. Tecnicamente il film non offre nulla di nuovo e, anzi, lo sforzo effettuato dai programmatori per rendere la CGI il più credibile possibile è risultato vano, dato che i piccoli chipmunks tutto sembrano fuorché realistici. Per essere il sequel di una pellicola dalle discutibilissime doti artistiche, Alvin 2 conserva ed amplifica ogni aspetto negativo del primo capitolo. Ci chiediamo come sia possibile, per grandi produzioni, dare forma a simili prodotti mainstream completamente incapaci di divertire e commuovere nonostante un disperato tentativo di farlo, scendendo però a patto con rigide regole contrattualmente dettate. Un peccato ed una sofferenza per un film che, nelle sue intenzioni, doveva avvicinare ben tre generazioni di appassionati dei chipmunks, cresciute divertendosi ad intonare The witch doctor assieme ai tre piccoli eroi. Con ogni probabilità, la personalità ribelle di Ross Bagdasarian si dissocerebbe ampiamente se potesse vedere la piega che il suo personalissimo lavoro ha preso sul grande schermo, strumentalizzato e con l'unico fine di attrarre un pubblico nostalgico che, dopo la visione di questo adattamento, potrebbe non poterne più delle stridule voci di Alvin e co.


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