Nella Turchia del 1975, l'anziana Ayshe (Ruchan Caliskur) vive insieme alla sorella maggiore malata, in uno dei villaggi sulle montagne vicino alla costa. Dopo la morte della sorella, Ayshe, senza marito, rimane sola, stretta in un dolore inconsolabile che la isola sempre più dalla vita del villaggio; solo Mehmet (Ridvan Yagci), il bambino dei vicini, riesce a raggiungerla e a farsi raccontare le sue storie di spiriti e magia. Mehmet è un ragazzino vivace che spesso abbandona i banchi di scuola per correre sulla spiaggia dove vive il suo amico, Chengiz (Ismail Baysan), un vagabondo senza famiglia, che guarda continuamente il mare in attesa che il padre ritorni dalla Russia, anche se l’intero villaggio lo accusa di essere una spia sovietica. Nonostante gli sforzi delle donne del villaggio per liberarla dagli spiriti maligni, Ayshe sembra sempre più distante, chiusa nel suo silenzio che la porta lontano, in un passato misterioso, carico di rimorsi e sensi di colpa. Un giorno sulla spiaggia arriva Tanasis (Dimitri Kaberidis), uno straniero che sembra condividere lo stesso destino della protagonista: la morte della sorella ha riaperto una ferita nel cuore di Ayshe, un senso di colpa mai cancellato, che risale ai fatti storici degli anni ’20, quando, dopo la fondazione della Repubblica turca, le minoranze presenti sul territorio, come greci e armeni, vennero cacciate dal paese. Poco dopo la fondazione della nuova Repubblica di Turchia, il paese strinse un accordo con la Grecia per un rimpatrio forzato di greci ortodossi e turchi musulmani alle rispettive terre d’origine, perciò in tanti come Ayshe, che non hanno voluto abbandonare la propria casa, hanno dovuto nascondere origine e religione per anni, con il rischio che le famiglie potessero smembrarsi e i componenti disperdersi. Figlia di greci della regione del Ponto, Ayshe rimase orfana dall’esodo dei greci ortodossi dopo la Prima Guerra Mondiale e venne adottata da una famiglia turca musulmana. Il suo segreto, conservato per cinquant’anni, si infittisce a mano a mano che il film procede nella scoperta del suo passato, con una Ruchan Caliskur intensa e sofferente, dalla voce profonda che si impone nel silenzio delle scene. Attrice di spicco del Teatro Nazionale di Istanbul, la Caliskur, per questa sua prima interpretazione al cinema, vinse il premio come migliore attrice all’Istanbul Film Festival del 2004. Dimitri Kaberidis, attore greco, è invece un volto più noto al grande schermo, apparso in pellicole come Il mandolino del capitano Corelli e in due lavori del regista greco Theo Angelopoulos, Lo sguardo di Ulisse e Paesaggio nella nebbia. Lo spettatore di Waiting for the Clouds può lasciarsi avvolgere dalle nebulose atmosfere del film: Yesim Ustaoglu dedica ampie panoramiche al paesaggio, sceglie con cura le alture del nord, impiegando, a parte gli attori professionisti sopra citati, comparse della popolazione locale, inclusi i personaggi di Mehmet e Chengiz. Il film è stato proiettato in numerosissimi festival, aggiudicandosi premi importanti agli appuntamenti di Istanbul e al Sundance.