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Maga Martina e il libro magico del draghetto

10/02/2010 12:00

Angela De Angelis

Recensione Film,

Maga Martina e il libro magico del draghetto

Tratto dai libri del popolare autore per bambini Knister, Maga Martina e il libro magico del Draghetto è il primo film tedesco ad ottenere il marchio ufficiale

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Tratto dai libri del popolare autore per bambini Knister, Maga Martina e il libro magico del Draghetto è il primo film tedesco ad ottenere il marchio ufficiale Disney per l’uscita sul grande schermo. Negli ultimi anni, infatti, le produzioni tedesche per bambini sono divenute sempre più popolari, animate da storie semplici ed emozionali, che si pongono come divertente e genuina alternativa all’uso imponente della computer grafica delle produzioni internazionali. In questo filone si inserisce il film di Stefan Ruzowitzky, già premio Oscar 2008 per il film Il Falsario. La storia costituisce una sorta di prequel alle avventure della giovane Maga Martina, che, nelle avventure cartacee, ha ogni volta a che fare con un nuovo comprimario. Poiché i romanzi erano già stati adattati per il piccolo schermo in una fortunata serie animata, si è scelto di utilizzare il personaggio supplementare (per essa appositamente creato) del Draghetto Ettore, come aiutante e consigliere di Martina.


La vecchia strega Teodolinda (Pilar Bardem) si trova alle prese col perfido Mago Geronimo (Ingo Naujoks), che tenta in tutti i modi di sottrarle il prezioso Libro Magico, che conferisce strabilianti poteri a chi ne entra in possesso. La strega buona si rende conto che comincia a perdere i colpi, e decide così di inviare il fido Draghetto Ettore (doppiato da Tonino Accolla) in cerca di una sua possibile erede: una bambina speciale che, come lei, sia degna di ricevere un dono così importante e capace di prendere sempre la decisione giusta. Ettore arriva così a casa di Martina (Alina Freund), una bimba vispa ed intelligente con un fratellino pestifero ed una mamma amorevole (Anja Kling), che all’inizio non si rende conto dell’incredibile evento che le sta accadendo. Ma il perfido Geronimo è già sulle tracce di Ettore e del libro, e le sue malefiche attenzioni si sposteranno anche sulla piccola Martina e la sua famiglia. In una serie incalzante di situazioni originali e spassose, Martina dovrà vedersela con le continue trovate malvagie di Geronimo, e riuscirà, con l’aiuto insperato del draghetto e degli amici, a sventare il terribile piano di conquista della terra del perfido mago.


Un film semplice, se paragonato a più imponenti produzioni, Maga Martina ha però il pregio di rimanere sempre con i piedi ben ancorati al mondo reale, tratto peculiare che distingue anche i romanzi. Per stessa ammissione di Knister, che ha ampiamente collaborato alla stesura del soggetto, Martina è una streghetta diversa dalle altre. È una bambina normale, che riceve i suoi poteri grazie all’aiuto esterno del libro e che, come si troverebbero a fare tutte le bimbe della sua età, impara ad usarli nelle situazioni quotidiane e familiari, per poi ampliare la sua esperienza a ciò che è giusto per tutti. In questo modo, tutti i bambini possono immedesimarsi nella piccola maga dai capelli rossi, qui deliziosamente interpretata dalla Freund, piccola attrice non al suo primo ruolo, ma adattissima al personaggio per espressività facciale, postura e atteggiamento. In una cornice bellissima come quella delle rosse città tedesche del Nord, interamente edificate in mattoncini rossi e costruzioni a schiera, la storia prende quel sapore mitteleuropeo che manca nelle grandi metropoli americane di altre pellicole di genere. Anche le dinamiche affettive e giocose sono leggermente differenti, conferendo appunto al film quel sapore intimistico e raccolto, che a volte manca nelle storie per bambini, in cui ormai ci si aspetta che i piccoli protagonisti si comportino tutti come adulti o supereroi.


La prova recitativa del cast è tutta di buon livello, nonostante sia il tratto più provinciale del film, in quanto la prassi recitativa tedesca, così come quella spagnola, risulta a volte troppo etichettabile nelle sue forme più popolari. Buoni anche gli effetti speciali: non eccessivi e ipertecnologici, con qualche accenno retrò (come l’enorme mostro assassino), ma comunque godibili e adatti allo scopo. Divertenti e originali alcune trovate utilizzate per rendere visibili le magie di Martina: come la scena della classe che diventa una piscina durante il compito di matematica, o le prove d’amore che lo spasimante di Martina mette in atto in seguito ad un incantesimo. Anche la figura del cattivo, è proposta sempre come divertente e pasticcione, inquietante ma non spaventoso, in modo che i piccoli spettatori sappiano sempre che, alla fine, la bontà di Martina e dei suoi amici ne usciranno vittoriose. Sicuramente meno “adulto” e con meno livelli interpretativi degli esempi d’oltreoceano, il film di Ruzowitzky sarà molto più apprezzato dai bambini: e in fondo, è proprio quello che ci si dovrebbe aspettare quando si ha a che fare con streghe, draghetti e magi malvagi.


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