Il piccolo Nicolas e i suoi genitori è un delizioso film tratto da un noto libro per l’infanzia che i bambini francesi conoscono bene fin dagli anni ’60. Lo spirito sottile e la verve d’oltralpe permeano ogni fotogramma di quella che è una storia semplice: Nicolas è un bambino felice, circondato dall’affetto di una mamma desiderosa di rivalsa sociale e un papà divertente. Tutto cambia nel momento in cui il bimbo intuisce che la famiglia è in procinto di allargarsi e che presto arriva un fratellino. Nicolas teme di essere abbandonato e dimenticato da chi gli ha voluto sempre bene. Sostenuto dagli amici di scuola, il piccolo protagonista non si arrende e decide di mettere in atto ingegnosi stratagemmi per piegare la sorte a suo favore. Si tratta di una commedia divertente e gradevole, sempre garbata e mai grossolana. Si ride davvero e si ride di gusto, sebbene alcune sequenze sembrino più adatte ad un pubblico adulto. Irresistibile è la comicità della cena organizzata per fare colpo sul capo. Poco comprensibili agli spettatori minorenni il conformismo del menù degli incontri di lavoro, o la necessità di sfoggiare nozioni culturali arraffate qua e là per suscitare l’ammirazione dei commensali. Data la tipologia del racconto e quella dei destinatari a cui il film è rivolto, la sceneggiatura si alimenta di personaggi facilmente riconoscibili: i compagni di scuola e gli adulti che rientrano nel mondo scolastico di Nicolas hanno caratteristiche definite e univoche. I pregi del film sono da ricercare nella scelta di mostrare la realtà dal punto di vista del protagonista e nella levità dello stile, nella vivacità del tratteggio e del tono. Il piccolo Nicolas e i suoi genitori è un film leggero e delicato; illuminato da una bella fotografia virata azzurro, quel tanto da conferire un atmosfera retrò che bene si abbina alla narrazione in prima persona del protagonista. È negli anni '60 che hanno luogo le vicissitudini di Nicolas ed è in quest’epoca che lo spettatore viene trascinato dal racconto del Gian Burrasca d’oltralpe, mentre assiste divertito alle scorribande e alle trovate dei gruppetti della scuola. Bella l’ambientazione nella bonaria provincia francese; efficace e totalmente a servizio del soggetto la regia di Laurent Tirard. In ultimo: un plauso alle interpretazioni felici di Valérie Lemercier e di Kad Merad che si armonizzano senza fatica con quelle del piccolo Maxime Godart e dei suoi compagni di avventura.