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La coppia dei campioni

28/04/2016 10:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

La coppia dei campioni

Giulio Base dirige un "cinecolombone", una commedia per le vacanze di Pasqua

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Il dottor Fumagalli (Massimo Boldi) e Zotta (Max Tortora) sono rispettivamente il capo del marketing e il magazziniere della stessa azienda. In occasione della finale di Champions League condividono lo stesso viaggio, direzione Praga vinto alla lotteria aziendale. Inizierà quindi una serie di peripezie e disavventure, a partire da un aereo che fa le bizze.


La coppia dei campioni si potrebbe definire un “cinecolombone” perché prende le mosse e la vis umoristica dai film natalizi, uscendo però nelle sale a fine aprile. Un esperimento – come ha sottolineato il regista Giulio Base – che vuole portare al cinema molte persone in un periodo tendenzialmente calante come quello che anticipa l’estate, dove è più difficile invogliare lo spettatore a recarsi nelle sale. Il film mette sullo schermo due personalità dalle forti doti comiche, attorno alle quali si sviluppa l’intreccio narrativo: un road movie, un viaggio lungo e ricolmo di imprevisti che dà vita alle gag. Far ridere è un’impresa assai ardua attraverso battute vecchie e compassate. Degli 88 minuti di girato, senza voler considerare oltre la carriera e il curriculum degli interpreti, non si salva nulla: banalità e sketch comici già visti, che rimandano inevitabilmente al paragone con i Vanzina di Vacanze in America e Mai Stati Uniti. Lì, però, l’elemento del viaggio sapeva generare un elementare intreccio di trama. Il prodotto finale, in questo contesto, sembra invece somigliare più a una minestra riscaldata vicina alla riproposizione maldestra del registro comico demenziale che non trova terreno fertile nel momento in cui viene a mancare l’intesa tra i protagonisti sulla scena. Tortora riesce a strappare qualche sorriso sporadico con la sua mimica, cosa che non viene altrettanto bene ai suoi colleghi: Boldi impacciato e monotono; Anna Maria Barbera che ripropone nuovamente il siciliano travisato ormai logoro e scontato. Espedienti che potevano (forse) far ridere dieci anni fa. Oggi non basta, soprattutto in un momento in cui la Commedia italiana si sta rinnovando. E con lei anche la comicità.


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