Devi, una ragazza che vive con il padre rimasto vedovo, viene "beccata" dalla polizia a fare sesso in un albergo con un suo compagno: durante la perquisizione il giovane, colto dal panico, si suicida tagliandosi le vene. L'ispettore sceglie così di ricattare Devi e il genitore, minacciando di scatenare uno scandalo mediatico se non avrà in cambio un'ingente somma di denaro. La ragazza, pur di ottenere la sua indipendenza, decide così di cercare un posto di lavoro per dare economicamente una mano al padre. Deepak, un giovane proveniente da una delle caste più basse della società e addetto alle cremazioni dei cadaveri, viene spinto dagli amici a crearsi un profilo Facebook; sul social network il ragazzo ha modo di conoscere meglio la coetanea Shaalu, una compagna di corso proveniente da una famiglia dell'alta società. Tra i due inizia una relazione che rischia però di essere ostacolata dai genitori di lei. Ambientato nell'odierna Varanasi, grossa citta sulle sponde del Gange, Tra la terra e il cielo ci offre una India inedita, lontana dagli sfarzi vistosi ed edulcorati del cinema bollywoodiano. Neeraj Ghaywan - già assistente regista per l'epica criminale dell'osannato Gangs of Wasseypur (2012) - ci trascina in una doppia storia che si interseca soltanto nel dolceamaro epilogo, indagando tutti i controsensi di una società ancora nettamente divisa tra la ricerca di modernità (con smartphone e social network ormai di uso comune) e una salda attinenza alle tradizioni. Il ruolo della donna, per quanto apparentemente equiparato a quello maschile, è ancora sottomesso a rigide leggi morali e sordidi ricatti, come ben espletato nella storyline di Deva; il secondo plot invece si appresta a indagare nelle differenze sociali di un popolo strettamente legato alle condizioni di nascita, cui solo l'impegno e la forza di volontà possono garantire un domani migliore. Opera che non ha paura di rivelare i lati più nascosti di un sottobosco crudele, con tanto di poliziotti corrotti, mostrandoci al contempo le bellezze di posti così lontani e diversi dal nostro vivere: le numerose sequenze girate nei pressi del fiume ci donano un ritratto affascinante di antichi e millenari riti, cogliendo egualmente il frenetico brusio di una metropoli divisa tra ricchezza e povertà. In questo viaggio nella cultura e nei modi indiani grande merito del coinvolgimento empatico va dato agli intensi protagonisti, abili a sfumare con tocchi leggeri e drammatici tutti i variopinti controsensi di un mondo sospeso tra passato e futuro.