Il giovane Mike Howell, fidanzato da cinque anni con l'amata Phoebe, soffre da tempo di attacchi di panico che gli impediscono di abbandonare la piccola cittadina in cui vive, costringendolo anche ad annullare una vacanza già programmata per le Hawaii dove aveva intenzione di dichiarare la sua proposta di matrimonio. Improvvisamente la vita del ragazzo, dipendente di un negozio di alimentari e dedito alle droghe leggere, prende una svolta inaspettata quando diventa vittima dei giochi di potere in atto ai piani alti della CIA: Mike è, infatti, senza serbarne ricordo, l'unico sopravvissuto di un esperimento condotto in passato dalle forze di intelligence. Pronto a tutto per proteggere Phoebe e con l'aiuto dell'agente Victoria Lasseter, Mike scoprirà di possedere abilità impensabili che gli torneranno utili in una lotta impari contro la CIA stessa. Commedia e azione si ibridano in un mix che, pur non raccontando nulla di veramente nuovo, è in grado di offrire novanta minuti di divertimento senza troppi pensieri, trovando un discreto equilibrio tra le sue varie anime. American Ultra, sceneggiato dal figlio d'arte Max Landis - già autore degli script di Chronicle (2012) e del recente Victor. La storia segreta del dott. Frankenstein (2015) - vede interagire per la seconda volta Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. L'alchimia tra i due, già sperimentata in Adventureland (2009) nonché nel posteriore Café Society (2016), è uno dei punti di forza dell'operazione, in grado di donare riuscite sfumature anche alla side-story romantica. Il resto eleva al paradosso e all'esasperata esagerazione gli stilemi dell'action-thriller moderno, con situazioni impossibili dalle quali il protagonista riesce sempre a uscirne incolum. Come una sorta di Jason Bourne virato a toni più leggeri e farseschi. Il regista inglese di origini iraniane Nima Nourizadeh non ha paura di premere sull'acceleratore, trasportando questo eroe nerd in un'avventura/missione ricca di sparatorie, combattimenti ed esplosioni che vedono impiegati uomini e mezzi della CIA in gran numero. Il racconto, che si muove tutto in flashback dopo il prologo ambientato durante l'interrogatorio in carcere, intrattiene con gusto in questo aggiornamento dello spy movie con marcate ed efficaci influenze da teen-movie ed ironici rimandi ad un complottismo di grana grossa che, pur parzialmente banale, ben si adatta al pirotecnico contesto narrativo.