Calvin Joyner una volta era la stella della sua scuola, osannato da compagni e professori. Dopo il matrimonio con la coetanea Maggie, reginetta dell'istituto, il ragazzo divenuto adulto non ha avuto le stesse soddisfazioni professionali nel mondo del lavoro: vent'anni dopo la fine del college è soltanto un contabile di bassa lega in una famosa agenzia. Un giorno l'uomo viene contattato da Bob Stone, bullizzato in ogni maniera ai tempi della scuola, ora diventato un muscoloso e implacabile agente della CIA. Coinvolto a sua insaputa in un intrigo internazionale che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza dell'intero Paese, Calvin avrà forse occasione di tornare quello di un tempo. Con un breve prologo ambientato nel passato e specchiato nell'epilogo, che lancia un banale ma non per questo meno condivisibile messaggio contro ogni forma di bullismo, il film mette subito in chiaro il ruolo fondamentale riservato ai due attori protagonisti: Dwayne Johnson e Kevin Hart, assoluti protagonisti di un buddy movie divertente quanto basta. Una spia e mezzo, semplicistico titolo italiano che gioca proprio sulle fisionomie dei due interpreti, qui in una buona sintonia capace di garantire un buon impianto comico di supporto alle numerose sequenze d'azione che caratterizzano le quasi due ore di visione. Visione che, pur non nascondendo alcune ingenuità narrative e scorciatoie non del tutto plausibili, ha dalla sua un buon ritmo di gag e sparatorie-inseguimenti che mantengono sempre relativamente alta la soglia d'attenzione, tra banane usate come armi improprie e scontri a mani nude tutti giocati sulla fisicità dell'ex wrestler, quest'ultimo capace di comparire quando meno te l'aspetti in situazioni volutamente sopra le righe. Rawson Marshall Thurber, già regista di un piccolo cult quale Dodgeball - Palle al balzo (2004) sfrutta così una ricetta abbastanza classica speziandola al punto giusto, riuscendo parzialmente nella non semplice impresa di svecchiare un genere ormai inflazionato, abbondando di citazioni ironiche (alcune giocate proprio sulla recente carriera di Johnson) e regalando un buon numero di risate capaci di coprire le succitate imperfezioni narrative con una contagiosa dose di genuina simpatia.