Dopo aver perso l'appalto come ditta di pulizie a Roma, a causa di un episodio di corruzione, Antonio (Vincenzo Salemme), si trova sul lastrico. Va quindi ad abitare con la famiglia nella grande casa vuota dell'anziana zia. Nel mentre trova lavoro insieme alla moglie (Stefania Rocca) come domestico dal ricco e facoltoso Simone Santoro (Massimo Ghini). La coppia scopre che il motivo del loro collasso è proprio il loro nuovo capo: ma, invece di denunciarlo, decidono di mettere in piedi la truffa perfetta. I fratelli Vanzina tornano al cinema con una commedia leggera, dallo spunto drammatico. Il film si può considerare la terza parte del "trittico" di cui cui fanno parte I Mitici (1994) e In questo mondo di ladri (2004). Ispirata al film di Dino Risi In nome del popolo italiano (1971), i Vanzina vogliono raccontare in Non si ruba a casa dei ladri un pezzetto dello scandalo Mafia Capitale, ma in modo leggero e blando. La storia è come una delle tante: un uomo onesto, messo al lastrico dal politico di turno corrotto. Lo spunto sono le cronache quotidiane, al quale viene aggiunta la comicità . Antonio, da uomo agiato, improvvisamente si trova povero in canna, tanto da dover diventare egli stesso un domestico insieme alla moglie, per poter mandare la figlia (ignara) a studiare a Boston. Grazie a vari travestimenti e lezioni di romanaccio, Salemme e i suoi garantiscono citazioni e rimandi a film come Sette uomini d'oro, I soliti ignoti, La congiura. Del film di Risi, che ispira i Vanzina, non mancano i rimandi a intere sequenze come quella del dialogo al mare o della festa in toga. La qualità di queste citazioni è molto alta e ambiziosa, cosa che non si può certo dire del girato dei Vanzina. Con l'intento di fare una commedia all'italiana, i fratelli Vanzina portano nelle sale una commedia mai all'altezza degli obiettivi che si prefigge. Il confronto con il film originale fa partire i registi con un ostacolo troppo alto da superare. E infatti la prova non riesce: Non si ruba a casa dei ladri è una commedia superficiale, con la solita trama. Anche il tentativo di fare un caper movie all'americana, stile American Hustle, non mostra verve; quella suspance tipica di questo genere di film va a perdersi in battute che grattano appena la superficie della risata. Da segnalare lo humor di Stefania Rocca e Maurizio Mattioli. Meno bene Manuela Arcuri, nei soliti panni della bella e ignorante, e il duo Ghini/Salemme: potenzialità sprecate.