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Natale a Londra - Dio salvi la Regina

14/12/2016 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Natale a Londra - Dio salvi la Regina

Volfango De Biasi sceglie Londra per girare il suo terzo film di Natale

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Erminio e Prisco (Lillo&Greg) sono due fratelli, figli del noto boss Er Duca (Ninetto Davoli), molto diversi: uno sogna di entrare nelle grazie del padre per tentare la scalata criminale; l’altro, che potrebbe essere un degno successore malavitoso, ha cambiato personalità in seguito a un trauma che l’ha reso più mansueto e solitario. Questa coppia decide di mettere a segno un colpo sensazionale: rapire i preziosissimi cani di Sua Maestà, che si trovano a Buckingham Palace, per chiedere un cospicuo riscatto alla Regina.


Volfango De Biasi sceglie Londra per girare il suo terzo film di Natale, affidandosi al collaudato duo Lillo&Greg. Dopo Un Natale stupefacente e Natale col Boss, ritroviamo la coppia comica a casa della Regina d'Inghilterra nei panni di due criminali goffi e impacciati. Il risultato è una favola natalizia che non si accontenta della comicità tradizionale ma mescola action (con irriverenti scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill) e romanticismo. La scelta corale è una risorsa a cui il regista, da quando lavora con De Laurentiis, non rinuncia mai: ritorna Paolo Ruffini, vecchia conoscenza di De Biasi; c’è Nino Frassica e, in prestito dalla tv, Monica Lima e Enzo Iuppariello (gli Arteteca di Made in Sud) così come Uccio De Santis da Telenorba. Un misto di dialetti e culture che si prestano a esaltare le caratteristiche di Eleonora Giovanardi, protagonista femminile alla sua seconda esperienza comica dopo il fortunato esordio in Quo Vado di Zalone. Eppure, nonostante la coralità, non ci sono episodi frammentati, come avevamo visto in altri film: la vicenda si snocciola in un’unica soluzione spazio temporale che, però, strizza l’occhio a diversi format cinematografici. Un’americanata mascherata da commedia tricolore.


Il film di De Biasi somiglia molto agli standard precedenti. Poche risate e battute sempre simili; persino la vivacità che contraddistingue Lillo&Greg in questo film sembra venire meno. Forse proprio perché le novità di contenuto scarseggiano: solo leggendo la trama, lo spettatore potrebbe già sapere l’esito di ogni scena anche senza vedere il film; e non basta un Frassica in grande spolvero e la popolarità degli Arteteca a risollevare meccanismi stagnanti. Novanta minuti scontati in cui le risate si contano sulle dita di una mano. De Laurentiis, in conferenza stampa, ha sottolineato quanto sia complesso ogni Natale catturare le esigenze di un pubblico variegato. Natale a Londra resta un film scialbo, grigio e con pochi spiragli di luce, come il cielo del Regno Unito nei giorni di pioggia.


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