Martino (Alessandro Siani) è un quarantenne napoletano che passa le sue giornate in Svizzera, vivendo a scrocco dalla sorella (Cristiana Dell’Anna). Questa vita comoda viene stravolta nel momento in cui uno sfortunato incidente costringe la sorella a cure costosissime. Dunque, lo sfaticato Martino dovrà sostituirla come uomo delle pulizie presso lo studio del mental coach Guglielmo Gioia (Diego Abatantuono) che sprona i suoi pazienti attraverso il pensiero positivo. Martino, bisognoso di soldi per sé e per la sorella, si fingerà suo assistente. Dovrà riabilitare la famosa campionessa di pattinaggio Arianna Croft (Elena Cucci), caduta in depressione dopo una parentesi negativa tra i ghiacci. Alessandro Siani, al suo terzo film da regista, propone una nuova commedia degli equivoci a sfondo sentimentale. Napoli è presente - e non poteva essere altrimenti data la natura del protagonista - solo che stavolta viene esportata all’estero: infatti, la Svizzera è il luogo della vicenda. Siani, che ha vestito ormai sia i panni di "principe abusivo" che di vice direttore redento, si reinventa mental coach per mettersi al servizio della risata. Una trovata che vede sempre in primo piano l’utilizzo di una spalla, da cui parte sempre l’intreccio narrativo. In ogni film di Siani si racconta l’amore, familiare e carnale, attraverso la potenza del sorriso e la semplicità d’animo. Un ritratto bonario di una società che cambia e si evolve attraverso la varietà di caratteri e personaggi. Questo, almeno, parrebbe essere l’intento primario. Il risultato stavolta, però, non è dei migliori. Troppo spesso Siani è stato accostato ai grandi della comicità partenopea: un azzardo assai superficiale, soprattutto nel momento in cui ci troviamo di fronte a una commedia scontata che sembra messa a punto per incassare al botteghino col minimo sforzo. La comicità proposta è di una pochezza inaudita. Vengono riproposti i soliti meccanismi in stile demenziale: c’è persino il pappagallo che ripete parolacce napoletane. Più che il trionfo della risata, Mister Felicità è l’esaltazione della sguaiatezza. Anche se la distribuzione post natalizia garantirà maggior successo, questo film non può definirsi divertente, neanche al pari dei precedenti. Siani ne esce ridimensionato, o forse mostra – una volta per tutte – quel che è: un artista con un repertorio stantio e ripetitivo.