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Oceania

02/01/2017 11:00

Costanza Gaia

Recensione Film,

Oceania

Un nuovo goal disneyano, che ricorda i capolavori del passato

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La Disney approda nel continente australe, su spiagge bianche e acque cristalline per raccontare la storia delle piccola e grande Vayana. La figlia del capo di una comunità compatta e armoniosa cammina a stento, ma già sente imperioso il desiderio di esplorare e di avventurarsi nell'oceano proibito e traboccante di pericoli: dovrà scontrarsi con un padre intransigente che la vuole custode dell'ordine precostituito.


Un indiscutibile goal disneyano è la capacità di creare opere equilibrate tra presente e passato, tra valori moderni e tradizionali. Oceania è il degno erede di un'età aurea dell'animazione Disney, in cui i protagonisti cantano e lasciano alla musica il compito di veicolare messaggi etici e insegnamenti. Vayana racconterà le sue conquiste e la sua crescita spirituale toccando nel profondo il cuore più che la mente dello spettatore. Non mancano neppure i simpatici compagni di avventura il cui ruolo è di strappare risate, di riempire di comicità alleggerendo la trama, proprio come Abù in Aladdin, Mushu in Mulan e Timoon e Pumbaa ne Il re Leone.


La grafica evoca la forza primordiale di un paradiso incontaminato, ritrae la trasparenza e la profondità delle acque, la potenza dei mostri; fino all'effetto della sabbia sulla pelle e sui capelli, alla consistenza di pietre e coralli e all'inconsistenza delle ombre. Certo, Inside Out è stato più dirompente e Zootropolis ha una trama più articolata ma Oceania sa evocare l'emozione pura, istintiva. E le lacrime sono immediate quanto il ridere.


Un film che non si accontenta di incastonarsi nella tradizione, la vuole onorare riscrivendola. Vayana ne è la perfetta personificazione: è parte di un percorso, ma non si lascia schiacciare da ciò che è stato, ha la forza di guardare e andare oltre. Mentre gli isolani fissano le onde dell'oceano tremanti e si mantengono in una zona di sicurezza, la ragazza guarda l'orizzonte e si chiede cosa ci possa essere al di là. Armata solo di curiosità e coraggio si carica di un ruolo poietico, quindi creativo, di scoperta ed esplorazione che la tradizione ascrive a personaggi maschili. Accetta la responsabilità di ciò che le è toccato in sorte, affronta i nemici archetipali lungo un viaggio per mare, ma a suo modo. Scrive da sé la sua storia e impara che può e deve contare sulle sue forze, senza attendere che un cavaliere la strappi dalle grinfie di un drago. Forse i sogni non si tramutano in realtà grazie alla Disney, ma si calano nella realtà stessa, condizionandola e diventandone parte integrante: Vayana è una eroina fiera e un bel modello per la ragazze e per i ragazzi. E se una volta alzate le luci della sala resterà nell'immaginario degli spettatori più giovani, la Disney avrà fatto un altro centro.


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