Questa è la maxi storia di come la carriera di Will Smith è cambiata: da super fico di Bel-Air a protagonista di un melò natalizio sospeso tra Dickens e The Family Man. Privo della verve di entrambi, però.
Howard (Will Smith) è un uomo di successo, ma da quando sua figlia è morta non riesce più a reagire. Così i suoi tre migliori amici recuperano alcune lettere scritte da lui al Tempo, all'Amore e alla Morte, e assumono tre attori per impersonare questi "spiriti": dovranno parlare con Howard e aiutarlo a ritornare in sè.
Basterebbe la trama assurda di Collateral beauty a dissuadere dalla visione, ma dal momento che il cast mirabolante (Will Smith, Edward Norton, Kate Winslet, Hellen Mirren) riuscirà di certo nell'impresa di condurre al cinema alcuni speranzosi spettatori.
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Va sottolineato che il film di David Frankel non ha nulla di più interessante del team di attori protagonisti e del merito di avere (almeno vagamente) aggiornato A Christmas Carol di Charles Dickens.
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Per il resto, Collateral beauty segue senza troppa originalità la scia delle esperienze hollywoodiane di Gabriele Muccino. Sì perchè, volente o nolente, l'incontro tra il regista romano e la star di Men in Black ha generato se non un genere, almeno una tendenza: il film di argomento sentimentale dotato di un ritmo più incalzante del romance, ma celebrante i medesimi valori di amicizia, amore e famiglia. Smith si confronta - di nuovo - con un protagonista in crisi, perfetto mix di responsabilità paterna (La ricerca della felicità ) e senso di colpa (Sette Anime), inserito in tutti gli stereotipi natalizi del caso.
Per mettere in scena questo dramma post-mucciniano il regista assoldato è David Frankel, che già con Il Diavolo veste Prada era riuscito a generare un semicult. Ma lì c'erano gli abiti, le ambientazioni glamour e la gigantessa Meryl Streep. In Collateral beauty né i buoni attori né la regia vivace di Frankel possono far dimenticare alcuni totali non-sense della sceneggiatura di Allan Loeb e l'incapacità generale del film di scegliere un solo genere e seguirne gli stilemi. Collateral beauty è un film drammatico? Perchè se così fosse, il personaggio di Helen Mirren sfugge a qualsiasi logica. Oppure è una commedia? Priva, però, della leggerezza necessaria a far sopportare allo spettatore lutti, lacrime e lettere strazianti.
E poi c'è la trovata centrale dello script, complicata da gestire anche per un film di maggiore ambizione: gli attori ingaggiati dagli amici di Howard per interpretare Tempo, Amore e Morte. Le soluzioni adottate per rendere credibile e non del tutto kitsch questa idea non funzionano, e né regia né cast sembrano del tutto a proprio agio. Non c'è sufficiente magia in Collateral beauty e decisamente non c'è verità in questo film irrisolto in cui neanche la spiegazione del titolo finisce per convincere del tutto.
Genere:Â drammatico
Titolo originale:Â Collateral Beauty
Paese/Anno: USA, 2016
Regia:Â David Frankel
Sceneggiatura:Â Allan Loeb
Fotografia:Â Maryse Alberti
Montaggio:Â Andrew Marcus
Interpreti: Alyssa Cheatham, Andy Taylor, Ann Dowd, Benjamin Snyder, Edward Norton, Helen Mirren, Jacob Latimore, Jonathan Rivera Morales, Joseph Midyett, Kate Winslet, Keira Knightley, Kylie Rogers, Liza Colón-Zayas, Mary Beth Peil, Michael Cumpsty, Michael Peña, Naomie Harris, Natalie Gold, Shirley Rumierk, Will SmithÂ
Colonna sonora:Â Theodore Shapiro
Produzione: Anonymous Content, Likely Story, Overbrook Entertainment, PalmStar Media, Village Roadshow Pictures
Distribuzione:Â Warner Bros.
Durata:Â 97'
Data di uscita:Â 04/01/2017