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Io che amo solo te

13/01/2017 12:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Io che amo solo te

Una commedia che rimette al centro della storia un territorio, quello pugliese

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Chiara e Damiano, entrambi di Polignano a Mare, sono fidanzati da tempo e finalmente decidono di convolare a giuste nozze. I preparativi di questo matrimonio non saranno facili: si fronteggiano due famiglie, unite dalla stessa terra ma divise da credenze, ceto e tradizioni. Questo connubio forzato sarà l’occasione per ritrovare amori mai dimenticati, parenti trascurati e segreti nascosti dall’usura del tempo.


Io che amo solo te è una commedia che rimette al centro della storia un territorio, quello pugliese, dove i vari personaggi si alternano e in un certo senso subiscono un mutamento caratteriale. Marco Ponti, il regista, prende spunto dall’omonimo romanzo di Luca Bianchini ma realizza un film che ha la sua forza nel cast di qualita: non solo Laura Chiatti e Riccardo Scamarcio, di nuovo insieme, ma anche Michele Placido, Maria Pia Calzone, Dino Abbrescia. Inoltre, parecchi caratteristi – alcuni presi in prestito dalla televisione – fanno da spalla: tra loro anche Enzo Salvi, Dario Bandiera, Luciana Littizzetto. Il risultato è una trama ricca di divertenti equivoci che non presta mai il fianco al cattivo gusto, anzi rispecchia una certa mentalità paesana senza scadere nella banalità.


Un film che spinge a riflettere su chi siamo e cosa vogliamo davvero, al di là delle aspettative iniziali. L’imprevedibilità è sempre in agguato, niente è scontato, anche grazie al montaggio veloce che prende le mosse – in parte – dalla commedia americana senza scimmiottarla troppo. Il tema principale resta l’autenticità di ogni rapporto, che sia amoroso o di parentela, e nei paesini ogni relazione viene accentuata. In questo caso viene risaltato il vizio del pettegolezzo, motore di intrecci e sottotrame che serviranno a capire l’importanza della sincerità. Quanto è difficile restare fedeli a se stessi? I nostri intenti sono davvero così ferrei o possono essere smussati in nome del bene comune? Tutte questioni che vengono dipanate nell’arco di novanta minuti, senza rinunciare al sorriso e alla spensieratezza.


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