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Vista Mare

08/02/2017 12:00

Samantha Ruboni

Recensione Film,

Vista Mare

In un futuro distopico, in Italia non c'è lavoro: saranno gli italiani a emigrare

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Siamo in un immaginario futuro distopico. In Italia non c'è lavoro e tutti gli abitanti scappano alla volta dell'Albania come terra di salvezza. La Puglia, punto di partenza verso la nuova America, è militarizzata al confine. L'Umbria è diventata ormai una grande foresta nella quale tutti gli italiani cercano rifugio dai militari per poter passare il confine. Un gruppo di italiani è rifugiato all'interno di un cascinale abbandonato, attendendo che i pugliesi vengano a portarli al confine. È qui che si ritroverà il protagonista del film, Stitlitano (Arturo di Tullio), che, dopo esser uscito dal carcere, decide di intraprendere anche lui il viaggio verso la salvezza.


Film low budget, girato in soli quindici giorni con cinque figure di cast tecnico, Vista Mare vuole raccontare il dramma dei migranti facendolo provare agli italiani e cambiando così il punto di vista cui siamo abituati. La trama gira intorno alla storia di Stilitano, pizzaiolo italiano finito in carcere perché trovato sulla frontiera austriaca con due immigrati. Uscito dal carcere, Stilitano si ritrova in un paese completamente diverso: una Penisola in miseria, dove i mendicanti sono italiani. Tutti vogliono partire alla volta dell'Albania per trovare lavoro e quindi una vita migliore. Anche Stilitano decide di compiere l'impresa e, dopo aver viaggiato nella stiva di un camion merci, si ritrova con un gruppo di italiani nella foresta umbra, in una casa abbandonata dove i malcapitati attendono un aggancio per poter attraversare il confine. Qui scopriamo le storie degli sventurati che cercano la salvezza. Nonostante l'idea, che poteva esser originale, lo sviluppo non è all'altezza. Il film risulta noioso e lento; non c'è nessun tipo d'intrattenimento e la storia troppo pesante. Manca l'ironia, indispensabile a un film dalla tematica sicuramente non facile. La regia risulta acerba e anche gli attori mancano quella scintilla d'empatia che rende partecipe lo spettatore. I personaggi sono superficiali e, come la trama, non hanno intensità. Un'aura di posticcio pervade la pellicola, che annoia lo spettatore fino a un finale scontato e sdolcinato. Manca dinamicità, in un intreccio senza evoluzione. Peccato, perchè la tematica fa sicuramente pensare e l'idea di base resta un'intuizione da segnalare.


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