Fine Ottocento. Félicie ha un sogno: diventare étoile all'Opera di Parigi. Victor non è da meno e da grande vuole fare l'inventore. Entrambi orfani, fuggono dalla Bretagna per raggiungere la Ville Lumière. Qui, Félicie dovrà faticare per esaudire il suo desiderio ma nuovi e vecchi amici sono pronti ad aiutarla. Chissà come mai ma il binomio cinema e danza, quasi quanto cinema e pugilato, sul grande schermo è sempre ricetta di successo. Lo sanno bene Éric Summer ed Éric Warin, che dirigono Ballerina con un'ambizione che sfiora quella della protagonista Félicie. Produzione franco-canadese, Ballerina è animazione dedicata ai piccoli ma non solo: l'avventura romantica di Félicie e del suo adorabile amico di sempre, l'imbranato Victor, strizza l'occhio anche ai bambini di ieri con citazioni a Flashdance e Rocky. La morale è sempre quella, chi ha tenacia e si impegna raggiunge il successo: anche stavolta l'aspirante ballerina dovrà imparare non solo a faticare e a danzare con passione, ma anche a voler bene e a essere meno superficiale. Va detto, Félicie non è un personaggio particolarmente simpatico e neanche il suo background di orfana dickensiana convince troppo. Ma intorno a lei ci sono la dolce Odette (che in italiano ha la voce di una vera ex-étoile, la ballerina Eleonora Abbagnato) e il simpatico Victor, elemento di purezza infantile della storia. E se né l'animazione del film né le sue scelte musicali (poco Tchaikovsky e troppo pop) fanno strabuzzare gli occhi, la parte riuscita meglio di Ballerina sono senz'altro le atmosfere: una ricostruzione di Parigi che fa sospirare, ai tempi dell'Esposizione Universale e della costruzione dell'Opera, insieme a qualche trovata alla Hugo Cabret, rende questo film una innocente favola per bambine.